• L'alternativa italiana all'i11cat1to comportamento di Moro e di Nenni, l'opposizione di destra è anelata molto vicino al co·nseguimento dell'obiettivo massimo che si era 1-1roposta di raggiungere e che sembrava aver fallito del tutto alla ripresa autunnale, quando il Consiglio nazionale della DC noh si e·ra prestato alle manovre dei dorotei co•ntro Fanfani. E se l'obiettivo 1 massimo non è stato raggiunto dall'opposizione di destra nemmeno questa volta, essa ne ha raggiunto, però, uno intermedio: che può essere agevolmente identificato e misurato quando si pensi allo sforzo logorante di cui si diceva, ai negoziati complicati e stancanti che hanno impegnato la maggioranza per trovare una specie di compromesso, al « malessere » che tutta la vicenda ha lasciato dietro di sé, nei partiti e nella pubblica opinione. Da tutto questo, però, non si deve dedurre che la crisi della maggioranza è soltanto rinviata, che l'apertura a sinistra risulta irrimediabilmente, o anche solo gravemente, compromessa, e cl1e dopo le elezioni sarà difficile riannodare le fila della coalizione di centro-sinistra più saldamente di quanto non sia stato possibile fare in questa vigilia elettorale. Si dovrebbe ritenere, anzi, che certi ambienti democristiani e certi ambienti socialisti, Moro e Nenni in primo luogo, sappiano far tesoro di questa esperienza di tatticismi sterili, e perfino autolesionistici, cui si sono recentemente lasciati andare; e che ripensino, gli uni e gli altri, alle « buone no1 rme » cui giova attenersi per dare efficacia e stabilità a un governo di coalizione: anzitutto alla necessità di evitare per tempo che ci si trovi impegnati, con scarse e troppo strette vie di uscita, nei vicoli delle questioni di prestigio, in fo,ndo \ai quali non resta altro da fare che confrontarsi nelle prove di forza, nei bracci di ferro. Quando si potesse contare per l'avvenire - anche per il più prossimo avvenire elettorale - sull'assimilazione da parte di tutti della recente « lezione delle cose», all'opposizione di destra (alla cui capacità di pressione si affida in definitiva ancl1e l'opposizione di sinistra) non rimarrebbe che uno spazio assai ridotto p·er le manovre con cui essa tenta di provocare la crisi della maggioranza. E questo perché, come si è visto ancora una volta pro,prio nel corso della incerta stagio,ne politica che abbiamo vissuto fr~ novembre e gennaio, gli avversari del centro-sinistra non potrebbero mai provocare la crisi dell'attuale magg~oranza per la loro forza, ma solo grazie a errori e debolezze della Democrazia cristiana o del Partito socialista. II Che cos·a si sono proposti in realtà quei commentatori delle vicende 13 • Bibliotecaginobianco
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