Nord e Sud - anno X - n. 38 - febbraio 1963

Giuseppe Sacco « liquidare » il suo dominio, che gli ex-colonizzati scelgono tra rifor- • • m1smo e sovversione. Bisogna però guardarsi dal generalizzare, cl1e questa è una regola che può talora essere .addirittura capovolta. Ciò si verifica quando l'« uomo di colore », nella prova di forza ingaggiata, e vinta, con la potenza « bianca», si è così totalmente liberato dal proprio senso di inferiorità rispetto all'euro·peo, da poter oggi serenamente riconoscere i lati positivi della colonizzazione e continuarne l'opera. È il· caso di Habib -Bourguiba, che fa singolare contrasto con quello del guineano Sekoù Touré. La Guinea giunge all'indipendenza senza lotte e senza sangue: con troppa facilità e con troppo disdegno i colonizzatori francesi abbandonano quel lembo d'Africa· perché la liberazio-rie possa assumere, agli occhi della élite politica guineana, l'aspetto di una vittoria. Questa si sente quindi « frustrata d'una occasione d'eroismo: dovrà dunque spiegare una più grande auclacia verbale » e si schiererà, per potersi rivalere, tra gli anti-euro,pei più intransigenti. Il campione di questa posizione, volta ad espungere da o,gni cosa e da se stessi tutto quanto sia anche vagamente connesso col fatto coloniale - posizione che, notano acutamente Baumier e Lacouture, finisce per far sopravvivere il colo·nialismo a se stesso -, resta tuttavia Frantz Fanon. Alla constatazione che, se le baionette e·uropee hanno inferto atroci ferite alle carni dei popoli « di colore », esse hanno· anche aperto enormi brecce in società cl1e da troppo tempo, o da sempre, vegetavano, e che attraverso queste brecce « un soffi.o nuovo, un soffio \ rigeneratore è venuto a vivificare le forme tradizionali di vita», Fano·n oppone che « l'app·arizione del colono ha significato la morte della società autoctona; per il colonizzato la vita non può s.o,rgere che dal cadavere in decomposizione del colono ». Inoltre, « al culto della violenza liberatrice Fanon unisce una strana religione agreste, quella di un bardo dei Fellahas e dei contadini neri, quella di un ritorno alla · terra, alla campagna nutritrici, quella del villaggio· contrapposto alla città, dell'aratro ostile alla fabbrica »: quei miti, cioè, che in Occidente sono tipicamente reazio!}ari. Il mondo di Fano·n è davvero un mondo manicheo. La sua conce .. zione è veramente tipica manifestazione della « alienazione » prodotta .nello schiavo negro dal mercato della propria carne. Situazione precoloniale e fenomeno della colonizzazione non sono· per lui esperienze storiche antitetiche, destinate a trovare· il proprio superamento nella sintesi; sono invece una mitica età del. bene e dell'innocenza, seguita dalla caduta e dal peccato, da cui ci si può liberare solo con la sanguinosa catarsi della violenza. Ecco l'opp_io del passato; .il sogno di una 119 Bi liotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==