Il Terzo Mondo e il modello europeo cui possono trovare comodo sfogo e soddisfazione sia i complessi di colpa - che sono pochi, tuttavia -, sia le più diffuse aspirazioni all'influenza del proprio paese in Asia, Africa o in America Latina, sia gli interessi di alcuni grossi gruppi finanziari, responsabili di massi~ci investimenti di « rapina», sia infine il timore che il Ter~o Mo·ndo no·n divenga un campo particolarmente favorevole all'esp·ansione del comu- • n1smo. • Certo, la decolonizzazio,ne ha aperto una prospettiva sul futuro, sì da consentirci fin da oggi ·di dire che l'ultimo quarantennio di questo secolo sarà contrassegnato da quella che Mamadou Dia definisce come « la rivoluzione post-marxista », la rivoluzione, cioè, del Terzo Stato internazionale; ma un esame ben più approfondito delle grandi trasformazioni mondiali cui stiamo assistendo si impone in maniera· sempre più indilazio,nabile. E .per aprirlo, questo discorso, per avviare questo esame del nuovo mondo in cui viviamo, una occasione particolarmente felice ci pare il nuovo volume di Jean Laco1 uture, scritto stavolta· in collaborazione con J ean Baumier 1 , e in particolare quella parte di esso dedicata all'esame delle differenti reazioni dei leaders del Terzo Mondo di fronte al drammatico dilemma se distruggere o « ~ntegrare » il fatto coloniale, quale fenomeno storico dal quale il passato recente, e tal- \rolta recentissimo, dei paesi « nuovi » è ·caratterizzato.- C'è, da un lato, chi vuole distruggere ogni minimo vestigio di questo odiato periodo ( « il passaggio -della colonizzazione p·otrebbe essere, in un certo qual modo, paragonato ad un bombardamento atomico », o-nde « bisognerebbe interrare i rottami radioattivi, per preservare i popoli minacciati dai suoi miasmi, bisognerebbe ripulire accuratamente le piaghe, isolare l'uomo nuovo d'Africa e d'Asia da tutto ciò che è derivato dall'azione del colo·nizzatore• »). E c'è, dall'altro lato, chi, nella consapevolezza di avere ormai - vinto, accetta· il retaggio della co.Jo,nizzazione _euròpea, la coesistenza ·e la collaborazione con le sue retroguardie·. Si delineano così due atteggiamenti, due tendenze: una tutta tesa ad annientare ogni memo·ria e valore comunque legati al periodo, coloniale, ed una più aperta e più utilmente disposta a fruire della sua eredità. Si de-finiscono, quindi, una •corrente riformista ed una so,vversiva. Ed è, in genere, seco·ndo il .periodo di tempo trascorso dopo la massima prova di forza, o in fun.zione dei metodi cui ha fatto ricorso il colonizzatore per imporsi o per « sganciarsi », per prolungare o 1 Jean Lacouture e Jean Bauni.ier, Le poids du Tiers Monde. Arthaud, Paris, 1962, p. 330. 118 Bibliotecaginobianco
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