Nord e Sud - anno X - n. 38 - febbraio 1963

Lettere al Direttore privata può avvantaggiarsi dell'opera degl'insegnanti statali legittimamente qualificati senza correre il rischio di vedere vuote le sue aule! E poi, se diciotto ore negl'istituti statali sono un numero massimo, come e perché si possono superare con l'insegnamento in un istituto privato, che richiede lo stesso impegno e lo stesso impiego di energia? O forse dovremo concludere che ci sono due modi d'insegnare, l'uno per l'una e l'altro per l'altra scuola? Il certo è che entrambe hanno una funzione pubblica: lo Stato perciò dovrebbe equamente sorvegliare senza parziali cedim.enti. Il discorso potrebbe ora andare lontano dal particolare punto, sul quale ho. richiamato la Sua attenzione: preferisco concludere con l'augurio che presto una legge regoli definitivamente gli obblighi dello Stato circa l'istruzione (che sono preminenti) e disciplini i rapporti fra lo Stato stesso e tutti coloro che agevolino l'adempimento di quegli obblighi per disinteressato amore della cultura e senza spirito di parte. Con distinti saluti, Suo Bitonto, 9 Gennaio 1963 ANGELO CARDONE preside del Liceo " C. Sylos " di Bitonto çonfessiamo di non essere documentati sugli insegnanti statali di ruolo e .non di ruolo autorizzati ad insegnare fuori della scuola alla quale appartengono. Ma - mentre concordiamo con -il nostro cortese corrispondente sulla opportunità che la discussione sulla scuola non si esaurisca in una sterile polemica tra clericali e anticlericali (e vedi per questo l'articolo di Giuseppe Galasso, Scuola e società, nel fascicolo n. 84 di « Nord e Sud», del novembre 1961) - rileviamo tutta l'importanza, che non è soltanto pratica, del problema; ed auspichiamo che anche su di esso la discussione dei politici, dei pubblicisti e degli studiosi (oltreché, ovviamente, l'attenzio·ne delle autorità interessate) si affermi con particolare impegno. 116 Bibliotecaginobiancq

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==