Giovanni Coda fatto ipotizzando una situazione. « ottima » di ~rganizzazione ·pro,duttiva, in base alle moderne conoscenze tecniche. D'accordo che la realizzazione di una situazione ottima è dfficile se no·n impossibile da ottenere, e comunque richiede tempi più o meno lunghi; ma proprio per questa ragione .l'utilità dei risultati di un tale studio sarà quella di indicare la tendenza dinamica del fenomeno dell'eccesso di lavoro,. Solo in questa man;iera, a nostro parere, verrebbero ad essere messi in chiaro anche altri aspetti, altrimenti nascosti, come quello per esempio di una regione ad agricoltura relativamente più moderna con un eccesso di lavoro modesto, ma difficilmente aumentabile, da contrapporre ad un altra ad agricoltura più arretrata, co,n un eccesso di lavoro che attualmente può anche essere uguale a zero, ma che in potenza può essere considerevole. Abbiamo l'impressione che gli autori riconoscano solo in parte la limitazione che deriva ai loro risultati da quanto abbiamo detto. Esplicitamente, infatti, essi riconoscono ed avvertono che nella previsione delle disponibilità di lavoiro trasferibile deve tenersi conto dei cambiamenti relativi delle diverse produzioni agricole. Non quindi cambiamenti nelle tecniche produttive, ma solo nella imp·ortanza di o-gni singola produzione rispetto· al totale della produzione agricola. I suggerimenti di politica economica a cui gli autori arrivano sono in verità molto prudenti. Riguardo alla presenza di lavojro in eccesso· trasferibile ad altre attività, essi si limitano, infatti, a suggerimenti molto generali, come quello che le regioni con più largo, surplus di lavoro dovrebbero essere preferite per quanto riguarda i lavori pubblici e lo stabilimento· di nuove industrie. Sempre, però, aggiungono, tenendo presente l'eventuale svantaggio che la localizzazione può costituire per la competitività delle industrie stesse. Data la arretratezza d~ella economia greca, e l'effetto concorrenziale del MEC, gli autori si dichiarano infatti nettamente del parere che le considerazioni di efficienza devono prevalere su eventuali obbiettivi riguardanti l'occupazione. Questa, anzi, può essere considerata una delle più importanti prese di posizione degli autori nei loro suggerimenti di politica economica. È anche interes:sante a questo p·unto notare come gli autori insistano in modo p·articolare sulla necessità di studi che disaggreghino la realtà economica greca nelle sue componenti locali, che presentano una grande variabilità. Anche in Italia sembra che una tale necessità, se si vuole arrivare a qualche p,ratico risultato per quanto riguarda una migliore formulazio·ne. della politica eco,nomica, sia stata riconosciuta in tempi recenti da molti ambienti, dopo che isolati studiosi avevano insistito su di essa per. lungo tempo. Riguardo alla riduzione della disoccupazio-ne stagionale, gli autori suggeriscono lo sviluppo di industrie agricole stagi9nali che allunghino i periodi di alta utilizzazione del lavoro. Esempi citati sono quelli delle industrie di trasformazione e conservazione dei prodotti agricoli, di quelle per la costruzione di imballaggi e per il confezionamento dei prodotti, ecc. Anche 102 Bibliotecaginobiancq
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