Nord e Sud - anno X - n. 37 - gennaio 1963

Argomenti dopo il XXII Congresso comunista, sembrava che proprio il Natta volesse fare l'apologia: « quando si esclude che il Comitato centrale, ad esempio, debba esprimere giudizi sul merito di questa o quella opera filosofica, sui risultati di questa o quella tendenza artistica non si vuol certo ridurre la nostra politica culturale alla pura affermazione del principio della libertà della ricerca ». A questo punto, per cl1i co1ne r1oi non ritiene affatto di poter accedere all'identificazione del n1arxismo con la filosofia e tanto meno con la verità, resta da chiedersi, dopo avere informato il lettore con la massima obbiettività possibile, anche se con la necessaria stringatezza, dei termini della questione, quale costrutto si possa ricavare dal dibattito tra i filosofi marxisti. Intanto, come dicevamo cominciando e gio1 va ripetere ora, non c'è che da compiacersi del fatto stesso che il dibattito· sia potuto avvenire, e tra uomini, aggiungiamo, che in maggioranza dànno l'impressione di un certo disorientamento, probabilmente salutare, dovuto alla fine del ferreo dogma precostituito cui commisurare la bontà o la verità delle proprie conclusioni-indubbio risultato, anche al livello filosofico, della polverizzazione del mito di Stalin e forse lontano preannuncio di quel momento, preconizzato, sia pure a certe condizioni, da Gramsci, in cui anche ai marxisti sarà lecito rimettersi a studiare la gnoseologia moderna postkantiana su un piano libero da pregiudizi dogmatici e materialistici. Ma c'è da fare un'altra osservazione, che nel campo della filosofia marxista contemporanea in Italia la fine del dogma staliniano si comincia ad accompagnare a un orientamento in senso pragmatistico ed empirico della ricerca, che verrebbe ' ad essere condizionata, tuttavia, u11a volta ancora, e per via diversa, dalle opportunità pratiche e contingenti di un piano politico da attuare: in questo senso è abbastanza significativo il monito di Natta a proposito dei limiti della libertà di ricerca. Al dogma unico si sostituirebero così i dogmi via via stabiliti da successive deliberazioni empiriGhe di concilii di esperti. Non è una prospettiva né allegra né promettente, almeno per i molti che si sentiranno nuovamente affascinati dalla sicurezza di una direttiva dall'alto. Visto nell'insieme il dibattito, peraltro, non appare tanto un attacco deliberato contro la scuola del Della Volpe (e se anche nelle intenzioni è stato questo, non si tratta di un elemento rilevante dal nostro punto di vista) quanto l'evidente prodotto di un intimo dissidio che si è venuto a determinare presso i filosofi marxisti, e che ben difficilmente essi, a nostro avviso, potranno sanare restando fermi alle loro attuali posizioni. Si tratta del dissidio tra una concezione storicistica e dialettica della realtà, sia pure co,n l'aggiunta essenziale 91 Bib.liotecaginobianco

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