Nord e Sud - anno X - n. 37 - gennaio 1963

Raffaello Franchini di taluni degli adepti. Gerratana insisteva poi, in polemica col Badaloni, sulla scarsa rilevanza di certi" tentativi oggi correnti di tradurre il marxismo nel linguaggio di altre filosofie e metafisiche, denunciandone il risultato negativo come « un impasto di gerghi filosofici che gli stessi specialisti stentano a comprendere ( ...), un succedersi e accavallarsi di linguaggi eterogenei, che trovano un terreno comune solo nelle espressioni più vagl1e e generiche; e ciò fa confondere spesso il filo del ragionamento e annebbiare le prese di posizione ». Per Gerratana non è il caso di parlare, come fa invece Luporini, di « integrazione » del marxismo con altre correnti di pensiero sul modello di quanto venne fatto dai suoi fondatori con l'idealismo tedesco, il pensiero politico francese e l'economia politica inglese. Ai fenomenologi come Paci, per esempio, non si riconosce più di alcune buone intenzioni (e, con la consueta metdbasis eis allo génos dei comunisti, il merito ... di aver condannato la guerra termonucleare), ma nessuna autorità per un dialogo· col marxismo, il quale « una volta costituito come scienza può continuare a svilupparsi e ad arricchirsi solo con l'analisi dei processi oggettivi del mondo reale, tenendo conto esclusivamente delle nuove scoperte scientifiche (nelle scienze della natura come nelle scienze della società), mentre non può non voltare le spall~ alla tradizione metafisica, che continua a sopravvivere dopo Marx e rinnova anche oggi i suoi tentativi di riguadagnare il terreno perduto nel pensiero filosofico, economico e politico ». Nel numero successivo 7 Enzo Paci, unico filosofo non marxista partecipante alla discussione (sia consentita a noi, che da oltre un ventennio ne seguiamo l'opera, tale definizione), replicava, ma, sorprendentemente, senza nemmeno di passata accennare a Husserl e alla fenomenologia e nemmeno ai suoi recenti studi e tentativi di integrazione marxistico-fenomenologica, che avevano dato occasione alle riserve del Gerratana. Badava piuttosto a mostrare, sulla base indubbiamente di presupposti husserliani (che bisognava, però, indovinare, anziché scorgere chiarame11te ), l'insufficienza delle scienze particolari a cogliere la realtà nel suo senso unitario e insieme lo stretto legame esistente tra « la realtà oggettiva della contraddizione e la presa di coscienza». Il metodo galileiano come tale è insufficiente a cogliere la realtà, la quale è strutturata dialetticamente. Ma della dialettica, secondo Paci, è impossibile dare una teoria. Il problema, secondo lui, è quello << delle situazioni individuate e circostanziate nelle quali operiamo, nelle quali subiamo uno sfruttamento e nelle quali lottiamo per liberarci dallo _, sfruttamento. Le situazioni possono essere estremamente complesse e 7 11.8.1962, p. 24. 88Bibliotecaginobianco

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