Nord e Sud - anno X - n. 37 - gennaio 1963

Argomenti di una società storicamente determinata, e cioè scienza positiva di una realtà determinata che comprende la stessa teoria del conoscere ». Badaloni riprendeva il discorso la settimana seguente 5 , cercando essenzialmente di svalutare il contributo originale di ricerca portat<? dai dellavolpiani nello studio del marxismo, specie con la facile accusa di dogmatismo o di apriorismo con cui tutti gli ogg.ettivisti aggrediscono chi si avvicini alla storia da un suo punto di vista e in essa cerchi di cimentare le proprie convinzioni: « Gli scolari del Della Volpe - scriveva - si sono impegnati nello studio del rapporto Hegel-Marx. Tuttavia dalle loro ricerche si ricavano le due impressioni che seguono·: in primo luogo che il risultato delle ricercl1e sia già preformato, nel senso di una verifica di concetti già teoricamente elaborati dal maestro; in secondo luogo che questa ricerca sia per così dire la fondamentale, quella che deve dare la chiave della collocazione sto·rica di tutto il pensiero e della prassi umana ». Badaloni metteva inoltre l'accento sui pericoli, indubbiamente reali, insiti nel tentativo dellavolpiano di riportare al metodo scientifico di origine galileiana la logica dell'astratto-concreto: « Della Volpe e Colletti - spiegava - dimenticano cl1e la ripetizione scientifica di tipo galileiano è basata sull'isolamento sperimentale del fatto; nella storia reale invece una tale pretesa_ di ripetibilità comporterebbe ancora una volta un intellettualistico voler porre ' le brache al mondo ' ». Nella replica di Badaloni si chiariva peraltro meglio il termine del contrasto « metodologico » che oppone lui e Luporini ai dellavolpiani, nella misura in cui i primi si richiamano a una metodologia nel senso storico e storicistico della parola, alla 'Croce--Gramsci (e in tal senso si avvicinano all'ultima posizione del Geymonat), mentre i secondi sarebbero sostenitori, almeno a quanto si può dedurre dalla prosa notevolmente involuta dal Badaloni, di una metodologia di tipo piuttosto scientifico-naturalistico, che, tuttavia, tra le altre pecche, avrebbe anche quella di non discutere « a sufficienza, dal punto di vista del marxismo, i risultati scientifici che la c11ltura umana è venuta elaborando ». Il successivo intervento, di Valentino Gerratana 6 , cercava anzitutto di ridimensionare l'importanza, e soprattuto la compattezza, della « scuola » dellavolpiana sul piano più propriamente filosofico, pur sottolineando i « perico,Ii » insiti in talune posizioni « massimalistiche » 5 28.7.1962, p. 28. Avverto qui una volta per tutte che mi sono astenuto dal riprodurre i corsivi degli autori, i quali, tutti indistintamente, nel corso della polemica, ne fanno un troppo largo uso, allo scopo evidente di sottolineare meglio ciò che più gli sta a cuore, col risultato, però, di sottolineare, spesso, soltanto quello che non sottolineano. 6 Rinascita, 4.8.1962, p. 27. 87 Bibliotecaginobianco

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