\ Un dibattito marxista di Raffaello Franchini ARGOMENTI A lettura ultimata e continua dei dodici interventi nel dibattito tra filosofi marxisti che ha avuto svolgimento sulla rivista del P.C.I., « Rinascita», dal giugno al novembre di quest'anno, l'impressione c·omplessiva che se ne ricava potrebbe anche essere definita come positiva, nel senso almeno che ogni spirito libero non può non rallegrarsi di fronte al dibattito delle idee, specie se esso ha luogo in ambiti nei quali costituzionalmente il dubbio, che dà origine alla ricerca e cl1e, anzi, secondo un etimo famoso, è la ricerca stessa (sképsis), è guardato con sospetto quando non addirittura evitato o bandito. Ma compiacersi del fatto che un gruppo di filosofi marxisti si sia messo a discutere, cercando accuratamente di dare, almeno a noi infedeli, l'impressione di non temere i fulmini degli organi direttivi del Partito, comunista, non è ancora un dirsi persuasi della positività del cont~nuto di quel dibattito. Vediamo comunque di riassumere i termini per quanti non abbiano avuto modo di seguirlo, o di seguirlo interamente. Il dibattito fu aperto da Cesare Luporini 1 con un intervento i cui punti fondamentali erano : 1) l'affermazione del nesso inscindibile che lega la logica alla dialettica, unita all'altra, che « il metodo di Marx è fondato in11anzi tutto sul riconoscimento dell'oggettività reale della contraddizione » e che « questo rico11oscimento è l'elemento di continuità tra Hegel e Marx»; 2) l'accusa alla scuola di Galvano della Volpe di considerare il marxismo « soltanto come rnetodologia », laddove, secondo Luporini, esso non è solo una metodologia, 1na « una concezione del mondo, sia pure intesa quest'ultima in modo aperto, cioè non mai sistematicamente conchiuso e tale quindi che le posizioni susseguenti possano sempre modificare le antecedenti »; 3) la rivendizione del carattere storicistico del marxismo, che dovrebbe opporsi al positivismo dellavolpiano, esaltatore di Galilei e dunque tendente a « voler liquidare nella nostra cultura filosofica l'eredità ideale di pensatori come Bruno, ~ico e così via» 2 , e insieme l'accettazione della 1 Cfr. Rinascita, n. 8, anno 19, 23.6.1962, p. 27. 2 Sarebbe interessante conoscere i nomi dei filosofi sottintesi dall'espressione « così via »: comunque l'integrazione almeno di Croce e Gentile mi sembra sicura. 85 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==