]osé Louis Sampedro i quali insistono sugli investimenti. La realtà è, tuttavia, molto diversa, perché le leggi non si sanno fare (e, se le si fa, le si deforma) dal momento che non esiste una mentalità favorevole, e la mentalità degli uomini è in genere rigida, eccezion fatta per la duttilità dei primi anni di vita. In conclusione, gli ostacoli umani e sociali non si rimuovono né rapidamente né semplicemente. A differenza dalla for'mazione del capitale, che si produce in genere con una crescita lenta e graduale, l'ambiente sociale presenta a volte ca1nbiamenti violentissimi (benché abbiano avuto bisogno di un perio·do più o meno lungo d'incubazione, senza effetti molto visibili dall'esterno) che hanno rapide ripercussioni, in senso favorevole e non, sullo sviluppo economico. Questa conclusione non desti meraviglia: lo sviluppo economico finisce sempre per diventare, più o meno tardi, un fattore rivoluzionario, nel senso non demagogico del termine. In effetti, a lunga scadenza, non c'è sviluppo senza passaggio da una struttura ad un'altra; e quèsto è appunto· una rivoluzione economica con tutte le profonde ripercussion~ possibili sulla vita politica e sociale. 6. L'interdipendenza dei problen1i. - L'evoluzione economica e l'evoluzione politico-sociale procedono ·dunque insieme cori un ritmo più o meno· uguale - l'una o l'altra precedendo, a seconda delle circostanze, poiché in fondo si tratta di eleme1:1ti di un'unica struttura multipla. Ne segue che i problemi econo·mici non costituiscono una serie di questioni distinte, e neppure unite fra loro, dalle origini, in modo univoco e lineare, ma piuttosto un sistema di relazioni di interdipendenza che comprendono la struttura da trasformare grazie allo sviluppo. La co•nstatazione di tale interdipendenza ci conduce a vedere le prospettive di sviluppo condizionate, in misura non propriamente rigida, dalle caratteristiche 11aturali che sono state - presentate come ostacoli « insormo•ntabili »; e tale constatazione ci porta altresì a vedere le prospettive di sviluppo create ed organizzate essenzialmente sulla base delle decisioni di ordine politico e sociale, sebbene queste ultime devono evidentemente far conto delle risorse e dei rapporti tecnicoeconon1ici. A noi sembra chiaro che - soprattutto nel caso di economie intermediarie come quelle mediterranee e, naturalmente, in alcuni casi ben -precisi della nostra regione - sarà difficile realizzare uno sviluppo rilevante con i sistemi della tecnica e dell'economia asettica, se non si interviene seriamente nel campo sociale per eliminare gli ostacoli decisivi tenuti in piedi dai gruppi che desiderano la conservazione dello status quo. Se si intervenisse, si potrebbero conseguire risultati più 66 Bibliotecaginobianco
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