Nord e Sud - anno X - n. 37 - gennaio 1963

Francesco Compagn.a della Cassa deriva dall'attuazione dell'ordinamento regionale e abbian10 cercato di darne una prima, generica definizione in un intervento alla T·avola rotonda organizzata in settembre da « Ten1pi moderni » per discutere intorno alla « strumentazione democratica della programmazione». Le regioni del Mezzogiorno, dicevamo allora, sono minorenni dal punto di vista della capacità di programmazione. Vi sono in Italia regioni come il Piemonte e la Lombardìa che hanno creato istituti e centri di studio per la programmazione regionale che i11 altre regioni, come la Basilicata e la Calabria, non si possono certo creare oggi, e nemmeno domani, per mancanza di n1ezzi e di quadri. Si pensi all'IRES piemontese e all'ILSES lombardo. Occorrono, quindi, per le regio1:1i minorenni, organis1ni che dall'esterno possano dare una mano per correggere le conseguenze negative e ritardatrici di uno squilibrio che inciderebbe sensibilmente, avvantaggiando ancora le regioni più dotate, anche sul piano della capacità di programmazione. La Cassa l1a già fatto qualcosa del genere per aiutare la Sardegna, e può fare di meglio per le altre regioni del Mezzogiorno, sia per quanto riguarda la prima fase della programmazione regionale, quella relativa cioè alla identificazione delle esigenze di base, sia per quanto riguarda la seconda fase, quella che dovrebbe essere caratterizzata dall'attuazione decentrata in sede regio11ale di alcune decisioni prese in sede di programmazione nazionale, dopo che le esigenze di base delle singole regioni saranno state identificate e vagliate. Si tratta inso1nma di avvalersi della Cassa per accelerare i tempi tecnici della pianificazione, per sincronizzare i tempi della programrr1azione regionale nel Mezzo,giorno con quelli della programmazione regionale nel Nord, quei tempi tecnici che i consigli regio,nali, provinciali, comunali del Mezzogiorno potrebbero, se lasciati soli, non essere capaci di rispettare, con grave danno di tutta la politica di piano. Ma è sufficiente tutto questo a defi11ire una « nuova formula » della Cassa? E sono compiti - quelli che abbiamo indicato sulla base della proposta avanzata a suo tempo da Massacesi e sulla base della esperienza che prende nome dal piano di rinascita della Sardegna - che devono essere assolti necessariamente dalla Cassa, percl1é altri istituti, vecchi o nuovi, non potrebbero assolverli meglio della Cassa o per lo meno come la Cassa? La discussione evidentemente deve essere portata più avanti e più a fondo; e noi qui ci proponiamo, non di presentare una nostra ricetta, che non pretendiamo di avere, ma di eccitare appt1nto· la discussione, augurandoci che la ricetta possa alla fine venir fuori dal confronto fra le opinioni autorevoli di tutti coloro che a questa discussione possono e devono partecipare. Un buon punto di partenza i11tanto per una discussione siffatta è stato già fornito da La Malfa nel suo discorso del settembre alla Fiera del Levante, ora pubblicato sia nel volume su La politica economica in Italia (1946-1-962) edito da Comunità, sia in quello sulla politica di piano (Verso la politica di piano) edito dalle ESI, nella collana « L'Acropoli». Disse La Malfa in quell'occasione cl1e la Cassa del Mezzogiorno, « man mano che le strutture e gli istituti della programn1azione regionale si vanno realizzando», potrebbe venire a trovarsi chiusa « fra due situazioni » e quindi potrebbe « non inserirsi 54 .. Bibliotecaginobianco

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