Giornale a più voci Ora, certamente « Il nuovo osservatore» ha ragione quando afferma che sarebbe azzardato ricondurre nel qt1adro della amministrazione 01 rdinaria tutte le decisioni relative alla politica meridionalista, e l'attuazione di esse, almeno fino a quando l'amministrazione ordinaria sarà quella che è, più o 1neno la stessa, cioè, co1ne quadri e come ordinamento, che era nel 1950, qt1a11do fu istituita la Cassa corne strumento, straordinario d'intervento nel . . rvlezzogiorno. Ma anche << Realtà del Mezzogiorno» ha ragione quando rileva che « l'espe-. rienza degli anni passati ha posto in vivo risalto ... la scarsa efficienza tecnica degli enti periferici che hanno eseguito i lavori per conto della Cassa», onde un problema che « è stato faticosamente affrontato con un intervento co-ntinuo e sostitutivo della Cassa anche nella progettazione dei lavori »; e ha ragione quando affern1a che non pochi inconvenienti so-no derivati dalla « mancanza di gerarchia » tra Cassa ed enti periferici., incaricati di eseguire i lavori decisi dalla Cassa, ma dipendenti dalle amministrazioni ordinarie. Per quanto riguarda la nostra opinione a proposito di questi problemi, propenderemmo comu11que p-er una soluzione cl1e si proponesse di inquadrare la Cassa nel co1nplesso di organi che devono servire ai fi11idella programma- . zione: organi nuovi dell'anim·inistrazion.e ordinaria, per così dire, nel senso che non possano essere classificati co1ne appartenenti all'amministrazio·ne ordinaria, se con questi termini si vuole intendere il tradizionale ap·parato dello Stato italiano; e nel senso, anche, che non possano essere classificati come straordinari, perché quanto prima dovrebbe venire a cessare la ragioine per cui si era fatto ricorso a un orga110 straordinario come la Cassa, e cioè la pesantezza e l'inadeguatezza dell'amministrazione ordinaria tradizionale ai fini di certi interventi, che oramai la 1iuova amministrazione ordinaria, grazie anche all'inquadramento di organi una volta considerati straordinari, dovrebbe essere messa in grado di decidere e attuare, tempestivamente ed efficace- ' mente, se vogliamo andare avanti sulla via della programmazione e non fermarci a una proclamazione di buona volontà. Nel maggio scorso scrivevamo su « Nord e Sud » che, « se si vogliono accelerare i tempi della politica meridio,nalista, c'è ancora bisogno della Cassa»; e che « sarebbe assurdo privarsi di questo istituto che si è rivelato uno strumento assai efficace per interventi specifici. .., uno strumento 'settorialmente integrato', come suol dirsi». Riprendevamo poi una proposta avanzata da Ettore Massacesi su « Mo·ndo econornico », i11 base alla quale « la nuova formula della Cassa dovrebbe essere caratterizzata da interventi polivalenti, ma intensissimi, portati su aree ristrette e definite in ragione della loro omogeneità economica» (o poli di sviluppo); mentre, in pari tempo, « con interventi per così dire estensivi», la Cassa dovrebbe assistere quei comuni che sono fuori dalle aree più rapidame11te industrializzabili, dovrebbe aiutarli, cioè, « in quella parte del finanziamento che essi devono offrire per ottenere dallo Stato contributi vari per la costruzione di strade, o di scuole, o di altre infrastrutture ». Un altro compito, poi, che dovrebbe caratterizzare la « nuova formula » 53 Bibliotecaginobianco
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