Francesco Compagna La Cassa e la politica di piano La politica meridionalista deve essere aggiornata. Ma come deve essere aggiornata? Gli strumenti di cui ci si è serviti fino ad oggi hanno fatto veramente buona prova? E fino a che punto possono servire, anche nel quadro della politica di programmazione e rispetto ai nuovi compiti cui ci si propone di far fronte, per forzare i tempi dell'industrializzazione? Occorrono nuovi strumenti, o sarà sufficiente aggiustare gli strumenti già da tempo predisposti per avviare e portare avanti la preindustrializzazione? L'intervento nel Mezzogiorno deve essere ancora « straordinario » e « specifico», o deve essere affidato all'amministrazione ordinaria, una volta che quest'ultima sarà investita· della resp·onsabilità di attuare la politica di piano come politica nazionale di sviluppo e sarà pertanto riformata in modo da poter far fronte a questo impegno? E finalmente, quale apporto potrà venire dall'ordinamento regionale ai fini del nuovo corso della politica meridionalista? Intorno a questi interro.gativi _si è aperta fra gli ambienti interessati alla politica di piano una discussio-ne interessante. Ma è una discussione, ci sembra, che procede ancora in modo oscuro, attraverso prese di posizione tanto caute da risultare spesso er1neticl1e, eludendo le risposte precise e le affermazioni perentorie, che, quando fossero il risultato di un'approfondita riflessione sui problemi che si devono affrontare e risolvere, potrebbero veramente contribuire a un chiarimento di cui tutti avvertiamo l'esigenza. Comunque, da un « editoriale » pubblicato recentemente in « Realtà del Mezzogiorno », rivista notoriamente vicina alron. Colombo, e da un « corsivo» pubblicatq su « Il nuovo osservatore», rivista notoriamente vicina all'on. Pastore, si può dedurre che gli ambienti che fanno capo al Ministro dell'Industria sono inclini a ritenere esaurita la funzione della Cassa per il Mezzogiorno, il principale fra gli strumenti a suo tempo predisposti per avviare l'intervento nel Mezzogiorno, mentre gli ambienti che fanno capo al Presidente del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno sono dell'opinione che la Cassa può essere vantaggiosamente utilizzata come strume11to della politica di ·piano. Inoltre e soprattutto, a giudizio di « Realtà del Mezzogiorno », sarebbe venuto il momento di avviarsi verso il superamento della politica di « specifico» e « straordinario » intervento nel Mezzogiorno, onde « gli strumenti che tale politica si era costituita devono ... essere inseriti e coordinati nella strumentazione generale della politica di programmazione»; e anche a voler riconoscere che l'esp-erienza della Cassa è stata per molti aspetti preziosa,· non se ne deve dedurre che questo istituto può « divnire uno strumento-chiave o l'unico strumento della programn1azione, a livello nazionale e sub specie aeternitatis ». Per « Il nuovo osservatore», invece, è possibile, anzi necessario, « far coesistere l'intervento straordinario con l'intervento ordinario»; se non per altro, « perché gli squilibri ~ono ancora tanti che soltanto la presenza in termini aggiuntivi, e naturalmente efficienti, dell'intervento straordinario potrà dare un contributo determinante alla soluzione del problema». 52 Bibliotecaginobianco
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