Nord e Sud - anno X - n. 37 - gennaio 1963

Antonio Ghirelli potrebbe invocare una simile falsificazione, nel segno di una sfiducia profonda, di un amaro scetticismo ;riguardo alla natura umana. Ma chi crede nella democrazia perché crede nella bontà naturale della gente umile, si è commosso, ha pianto, ha applaudito alle « Quattro Giornate », ricordando magari pure quel grande motto di Lenin: che solo la verità è rivoluzionaria. ANTONIO GHIRELLI I magistrati è la costituzione La decisione dei giudici di sospendere lo sciopero, proclamato per gli . ultimi giorni di novembre, dopo la pron1essa formale del Guardasigilli di concedere i miglioramenti economici richiesti, ha riacceso polemiche e discussio·ni sulla stampa e nelle assemblee dell'Associazione Magistrati. I rappresentanti del terzo potere hanno riaffermato la loro volontà di riprendere l'agitazione qualora le ista11ze di carattere costituzionale non siano accolte dal governo e consacrate in una radicale riforma .dell'ordinamento giudiziario. È stato chiarito così l'equivoco, i11 cui pure molti erano oaduti, che un rnezzo di pressione grave, come l'astenersi dall'amministrare giustizia, fosse stato usato soltanto per ottenere aumenti di stipendio, sia pu~e giusti e improrogabili. Ma si sono sentite più voci, in contrasto tra loro, sul significato e i motivi dello scio,pero. Lo spunto alle discussioni è stato fornito da un articolo del consigliere Principe, appa_rso sul "Mondo": lo scritto criticava l'insistenza dell'Associazione sulle ragio-ni economicl1e dell'agitazione e ricordava all'opinione pubblica le scadenze costituzionali che i giudici aspettavano inutilmente da quasi quindici anni. La tesi del Principe rispecchiava lo stato d'animo di molti magistrati, che avrebbero preferito non dare tanto rilievo alla parte economica delle loro richieste, preoccupati ancl1e per le reazioni negative che uno sciopero così motivato poteva suscitare in chi non conoscesse a fo,ndo il problema. Nell'articolo, però, _non si accennava all'abolizione totale dei concorsi sostenuta dall'Associazione. Di qui gli interventi, su quotidiani e settimanali, di giuristi e magistrati per co,rreggere e formulare obbiezioni al punto di vista del collaboratore del " Mondo ". Solo un consigliere, Emilio Ondei, ha negato la legittimità dello sciopero. A suo avviso, i giudici, costituençlo un potere dello Stato, non possono astenersi dalle udienze: è come se il Parlamento rifiutasse di dare le leggi. Ma non è difficile rispo·ndere che la magistratuJ?a italiana lotta proprio per dìve11ire, dal p1 unto di vista costituzionale, un potere, poiché l'attuale legislazione non glie lo consente. E l'argomento dell'unico oppositore perde così validità. Più interessanti ap·paiono le precisazioni, ospitate in,,dicembre dal "Mondo", di due giudici, E. Battimelli, del tribunale di Napoli, e D. Greco, di quello di Milano. Il prin10, rispondendo a nome dell'A.N.M. (Associazione 46 Bibliotecaginobianco I' \

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