Note della Redazione AJettiamo, dunque, le cose ciascuna al suo posto. Con1pr.endiamo e apprezziamo il difficile travaglio di uno studioso con1e il Garin 11el suo spostarsi dalle vecchie posizioni su quelle attuali; ma guardiamoci dall'assumere come canone storiografico la voce di una coscienza che non ha probabilmente ancora trovato il suo definitivo equilibrio. Guardiamoci soprattutto dal regolarci come se le benedizioni della stampa comunista dovessero costituire altrettante inappellabili sentenze. Ascoltiamo piuttosto la voce di vecchi e veri antifascisti, co1ne quella di Leo 1 1 aliani, che pur di recente ha pubblicamente ricordato il proprio debito antifascista con Benedetto Croce e con la sua memoria. Ascoltiamo, sul piano cultur.ale, la voce di studiosi, insospettabili, per la loro stessa età, di aver ricevuto un'educazione monopolisticamente crociana. Ascoltia1no, ad es., la voce di Norberto Bobbio, che ancor più di recente ha ricordato, in, alcune belle e dense pagine di « Belfagor », insieme col proprio debito e con la propria fedeltà aq alcuni aspetti dell'insegnamento crociano, una cosa ·non, rnerio ùnportante: e cioè che « ai grandi filosofi è permesso quello che ai JJiccoli e n1.ediocri è precluso » ( « Belfagor », 1962, n. 6, p. 638). Dopo di che, discutia,no, coni'è n,atu.rale, a11che Croce, tutto Croce. La sua iniziale debolezza verso il fascis1no? Certo; ma 110n come fatto perso- ·nale, e - peggio e più rozza1nente - come gratitudine del ricco borghese verso coloro che finalniente niettevario a posto i rossi; bensì come un episodio assai in1portante del generale travaglio della vecchia classe dirigente liberale italiana tesa a restaurare un equilibrio e una condizione di cose, a cui la prima guerra mondiale aveva inferto u11 colpo irreparabile. In questa ricerca quella vecchia classe sbagliò nzolti calcoli, pagò duraniente il fio dei suoi errori e si rivelò, alla prova dei fatti, in gran parte indegna della tradizione di cui era portatrice e dei valori di cui si diceva depositaria. Ma essa espresse , anche dal suo seno una corrente e uo111ini che fondarono quasi una nuova tradizione liberale e che, proprio attraverso Benedetto Croce, dettero alla cultur.a italiana ed europea impegnata nella resistenza al fascismo e poi al rlaz.is1no un · contributo inapprezzabile, almeno a partire dall'indomani del delitto Matteotti. Punti deboli, aporie, vere e proprie anticaglie dell'opera storica, critica e filosofica? Certan1ente; ma 11011come il facile capro espiatorio che serva ad illuniinare, in un solo e assai discu.tibile senso, « i nessi profondi tra la cultura italiana e la crisi politica di estrema gravità che la società italiana ha attraversato, e i cili residui sono tu.tt'altro che spenti», secondo che si esprin1e lo stesso Spinella, bensì come la storia, necessaria,nente dialettica e corn.• plessa, dello sforzo di gran lunga piìt poderoso che la cultura italiana di questo secolo abbia co111piuto per giungere a formulare una sua interpretazione dei proble1ni del mondo contemporaneo e itna sua ricostruzione delle congiunte esigenze critiche e metodologiche. · Il che - co111.e è ovvio, e come accade per ogni oggetto di vero studio, - richiede anche affetto e riverenza. 43 Bibliqtecaginobianco
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