Nord e Sud - anno X - n. 37 - gennaio 1963

Gian Giacomo Dell_'Angelo nizione del grado di solidarietà da istituirsi tra esso e tutto il sistema economico; più in particolare sulle qualificazioni e sulle localizzazioni cui dovrà corrispondere il processo di acct1mulazione del capitale in agricoltura; 2) dal lato della struttura organizzativa dello strumento stesso, che non potrà non essere quanto più possibile atto: a ·penetrare intimamente i problemi tecnici delle aziende finanziate; ad individuare di tali problen1i le solt1zioni più conformi alle direttive di cui sopra; a valutare per ciascuna soluzio,ne le implicazioni sul piano econo·mico e sul piano finanziario, con riferimento alla validità e alla capacità dell'im- , presa e non alla semplice consistenza delle sue disponibilità patrimoniali. Si tratta, a ben guardare, delle condizioni necessarie e sufficienti perché il finanziamento dello sviluppo agricolo possa superare sia la barriera del1e garanzie reali, sia quella delle concezioni di investimento tradizionale. Si può, anzi, aggiungere che è proprio nella carenza di tali condizioni che i tentativi di superamento effettuati in passato - ad esempio, co1 n il cosidetto « piano dodecennale agricolo» (L. 25 luglio 1952, n. 949) - non sono riusciti, tutto sommato, ad esprimere, per limiti nell'impo,stazione e nella strumentazione, quella carica innovativa 1 che, secondo le intenzioni, essi avrebbero dovuto manifestare. Non è qui il caso di approfondire se della soluzione prima delineata possano o meno riconoscersi precedenti fisionomici nel cosidetto credito controllato o assistito. Certo è che la natura dei problemi da affrontare, specie per la ristrutturazione di molte regioni agricole, stabiliscono una netta differenziazione tra l'esperienza che si dovrebbe intraprendere da noi e quella compiuta in altri paesi. Basti pensare, · in proposito, che l'impegno degli enti dovrebbe essere richiesto non solo per il finanziamento delle esigenze di esercizio, ma anche per quelle ·di impianto e, addirittura, di formazione di nuove unità aziendali. E sembra che solo attribuendo ad un ente la facoltà di sovraintendere alla formazione di nuove proprietà, in un quadro organicamente predisposto, si possa avere la garanzia di una ristrutturazione efficiente della base fon diaria di quei territori, nei quali più urgente appare ~aie necessità. Nella messa a punto di tali istituzioni si richiede, perciò, un massimo• sforzo di approfondimento· per conferire loro, in forme appropriate, i necessari poteri per adempiere in modo 1 Cfr.: G. GALLONI, Piano dodecennale: vecchi e nuovi problemi di credito agrario, in « Rivista di politica agraria», n. 2, 1955, e D. V. Credito agrario: ancora un discorso al vento, in « Nord e Sud », n. 48, 1958. 34 Bibliotecaginobianco

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