Nord e Sud - anno X - n. 37 - gennaio 1963

Cronaca Libraria giudizio politico, fu un'impresa colossale. In dieci anni, dal cumulo· di macerie in cui Essen era stata ridotta dalla guerra, la Krupp è tornata una delle massime potenze mondiali: un capitale di 300 milioni di sterline, un volume d'affari di 4372 miliardi di marchi, oltre centomila persone impiegate. « Oggigiorno Alfried sembra più che mai un giocoliere che mantiene in aria più oggetti contemporaneamente. Si può dire che non esista zona dove egli non vada a cercare affari, o progetti di cui non sia disposto a tener conto. È diventata quasi un'idea fissa: la Fried. Krupp deve riacqui~tare il potere e la gloria perduti, deve rimuovere la grossa ombra che da tanto tempo pesa sul suo nome». Ma, nel suo intimo, Alfried Krupp è proprio sicuro. di avere agito bene? « È molto solo », dicono i suoi fedelissimi. Forse nemmeno i sei milioni di marchi, messi tre anni or. sono a disposizione degli ebrei deportati che lavorarono alle sue dipendenze, sono bastati a dargliene la certezza. L. B. FILOSOFIA RAFFAELLO FRANCHINI: L'oggetto della Filosofia - Napoli, 1962, pagg. 513. La filosofia dei nostri tempi offre, a quanti concepiscono il sapere filosofico nei suoi schemi tradizionali, uno strano aspetto di disordine incoerente, dato che la sua ricerca si muove su piani insospettati e spesso al di fuori da quelli che sono considerati i temi classici della filosofia; poiché non ci è possibile sfuggire a queste differenziazioni è necessario da un lato acquistarne coscienza, liberandoci dalla loro apparente negatività, per afferrarne gli aspetti più autentici, ma anche riaffermare che la pqsitiva antisistematicità di cui oggi si caratterizza la .filosofia, non deve finire con l'essere giustificativa di ogni arbitrio, di ogni tentativo di gabellare per filosofia ciò che filosofia non è: è pertanto benefico un ripensamento sui limiti entro i quali si deve muovere ogni ricerca filosqfica che non voglia cadere nell'approssimazione, nel relativismo delle opinioni, ma che intenda invece conservare il suo rigore metodologico e la sua scientificità. A riaffermare tale esigenza giungono a buon punto i saggi che Raffaello Franchini ha recen126 Bibliotecaginobianco temente pubblicato sotto un titolo chiaramente significativo (L'oggetto della filosofia, nei quali l'Autore pur ponendosi in posizione critica nei confronti di quanti hanno elevato l'antisistematicità a sistema, intende ribadire che la filosofia, anche senza porsi come sistematica, conserva tuttavia delle caratteristiche peculiari, che non possono essere trascurate, se non snaturando la filosofia stessa, attribuendole fini ed intendimenti che in effetto non le appartengono. L'assunto del Franchini è quello di ricercare in che misura la filosofia abbia un oggetto che le sia consustanziale, come le possiedono le altre discipline che si presentano come scienze, e ciò per evitare, come dicevamo, che essa cada nell'eccesso di filosofizzare tutto, il che significherebbe non filosofizzare nulla. La prima preoccupazione ·del Franchini è quella di chiarire il rapporto intercorrente fra la filosofia e le scienze sperimentali, perché è ovvio che quando si parla di « scientificità» della filosofia, tale scientificità deve essere diversamente intesa da quella / delle scienze empiriche propriamente dette: alla filosofia non possono e non devono mancare il rigore e la serietà

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==