Nord e Sud - anno X - n. 37 - gennaio 1963

Cro1zacaLibraria carica ad agire e uno stimolo alla conoscenza approfondita del moto istintivo alla solidarietà che ha intrecciato le forze del lavoro , al di sopra delle epoche e delle vicende storiche. Ma l'entusiasmo che l'Autore ha posto nel lavoro, ha pure favorito l'ingenuità di certi dialoghi riportati e la parzialità di certe notizie. D. D. M. POLITICA LÉOPOLD SÉDAR SENGHOR: Politica Africana. Edizioni Cinque Lune, Roma, 1962. L'iniziativa delle edizioni « Cinque Lune» di presentare per la prima volta al lettore italiano, in una lussuosa veste tipografica, una breve selezione degli scritti di Léopold Sédar Senghor non può non essere accolta con soddisfazione. Il nostro Paese è infatti uno di quelli in cui le case editrici hanno dimostrato meno interesse e sensibilità per i problemi politici del Terzo Mondo in generale e per le nuove realtà africane in particolare. Senghor e la sua opera meriterebbero un più lungo discorso di quanto non sia possibile fare in questa occasione. Cattolico in un paese a netta predominanza musulmana, la sua personalità riassu- \me l'ambigua avventura di Samba Diallo. Educato in una scuola cattolica a N'Gasobil e al liceo William Ponty, prin10 africano a ottenere I'agrégation, la sua storia personale è quella di chi ha preso l'itinerario che più facilmente lo perderà, di chi non sa, al momento di partire, se ritornerà . . ' mai p1u. « Le menti più lucide sentivano, anche se non lo confessavano, la contraddizione in cui erano rinchiuse. Eravamo fieri di essere francesi e, malgrado tutto, negro-africani ». · Nel terzo dei tre saggi - molto diversi tra di loro - che ci vengono presentati in questo volume (intitolato: « Pierre Teilhard de Chardin e la politica africana») è abbozzato l'iter del giovane Senghor alla ricerca di se Bibliqtecaginobianco stesso, dell'uomo africano. È la stessa Europa a fornirgliene, attraverso Marx e Teilhard, gli strumenti: « Non è permesso studiare l'uomo come essere ' in sé' senza antecedenti né circostanze, senza storia né geografia, definito una volta per sempre, fissato per l'eter1li tà ». Questa ricerca degli antecedenti e delle circostanze indispensabili alla conoscenza della propria personalità, si innesta alla requisitoria, alla critica radicale della civiltà europea seguita aJla ubbriacatura della prima guerra mondiale e porta a predicare la riabilitazione « della ragione intuitiva e del1' anima collettiva ». « Si adotta il vocabolario degli etnologi, i quali incominciano a decifrare i caratteri segreti dell'Africa Nera: si parla come loro di forze vitali, mentre gli scienziati fapno scaturire il discontinuo e l'indeter,ninato dal cuore stesso della materia ». È la négritude, definita come « l'insieme dei valori di civiltà del niondo negro ». Non è razzismo: è cultura; « è situazione compresa e dominata per afferrare il cosmo accordandosi ad esso ». Essa prende radice in precisi fattori geografico ed etnici, ma lo fa storicamente per superarli. A questo schema sembra volersi man tenere fedele l'antologia offertaci da « Cinque Lune ». Infatti, nel secondo dei saggi ivi raccolti, nella convinzione che la razza negra potrà contribuire alla « elaborazione di un mondo più umano», che gli Africani « non verranno a mani_ vuote all'appuntamento politico e sociale, in un mondo 119

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