Le tendenze della storiografia anLericana nel ventesùno secolo ha sostanzialmente distrutto il quadro che la storiografia progressista aveva dipinto: Richard Hofstadter, ad esempio•, ha spezzato il blocco storico dell'era progressista, mostrando la molteplicità delle sue componenti e il sostanziale carattere conservatore o reazio11ario di movi-- me11ti che erano stati scambiati per riformatori ed ha sostent1to, la· tesi che solo l'età di Franklin Delano Roosevelt rappresenta una reale rottura con la tradizione liberale americana; e John Blu1n ha rivalutato le idee e l'opera politica di Theodore Roosev·elt ed l1a fatto- 11na critica devastatrice della personalità e della politica di Wilso,n. È difficile, per non dire impossibile, dare una trattazione rigorosamente coerente della storiografia americana degli anni tra il 1945 ed il 1960. E del resto bisogna chiarire subito qui che anche la nostra rapida sintesi delle principali correnti storiografiche dei primi quarant'anni del secolo non solo, come s'è già detto, ha tralasciato molti particolari, ma anche, per semplicità di discorso, ha accentuato le convergenze e taciuto le divergenze che vi sono all'interno della scuola della frontiera o della scuola progressista. Pure, come è possibile stabilire una fo1 ndamentale unità d'ispirazione tra tutti i seguaci di Tumer o tra tutti gli studiosi che più o meno direttamente si connettono alla 1natrice progressista, così è possibile, mi sembra, individuare alcuni elementi comuni a tutti gli studiosi della generazione che l1a fatto le su.e prove tra il '45 e il '60. V'è, i11nanzi t11tto., una questione te~nica: per qt1anto gli storici della scuola che ho, definita progressista menassero gra11 vanto della considerazione delle « scie11ze alleate » della storiografia (economia, psicologia, sociologia ed a11tropologia), nei fatti, \poi, la loro· utilizzazione di queste scienze era ben povera cosa. Negli an11i più recenti, invece, gli studiosi americani di storia non solo hanno dimostrato di avere, nella maggior parte dei casi, una sicura padronanza degli strumenti tradizionali del mestiere di storico, ma hanno a11che stabilito una collaborazione più stretta con le altre scienze morali e soprattutto con l_a sociologia e la psicolo.gia. E se questa collaborazione ha portato talvolta ad ingenuità e perfino a grossolane deformazioni, ha avuto, tuttavia, anche un effetto rinnovatore sulla problematica storiografica. Ma la considerazione più importante è un'altra. Non v'è dubbio che questa generazione di storici sente profondame·nte il problema della necessità di un'esatta conosce·nza del passato, fuo1i di ogni mito e di ogni agiografia; ma non v'è dubbio che essa sente altrettanto profondamente i probl~mi nuovi èhe si pongono alla coscienza americana per l'avvenire della democrazia, le drammatiche questioni che pone una grande società democratica di massa e l'usura che essa ha operato e contint1a ad operare delle ideologie tradizionali e, final113 Bibliotecaginobianco
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