Nord e Sud - anno X - n. 37 - gennaio 1963

Vittorio de Caprariis regime agrario e quindi del contraslo tra le diverse « sezioni » di questo continente e dei problemi politici e sociali che tali contrasti pongono alla nazione tutta intera. Turner preferì sempre la misura del saggio rapido ed incalzante a quella della ricerca 1ninuta e vasta insieme; e i suoi libri più famosi sono proprio raccolte di saggi: quasi che egli sentisse inconsapevolmente che lo studio solidamente documentato ma breve, l'articolo· denso ma tagliente, fossero più efficaci nella dura battaglia per il rinnovamento della storiografia americana che egli veniva conducendo. Ma l'influenza di Turner fu affidata piuttosto che ai libri ed ai saggi all'insegnamento, che egli tenne prima nell'università del Wisconsin e poi in quella di Harvard. Molte generazioni di studiosi si formarono alla sua scuola; e appunto dalla suggestione delle sue tesi e della sua personalità sono nati alcuni dei libri più importanti che siano stati pubblicati negli Stati Uniti in questo mezzo secolo, come Spanish-American Frontier (1927) di Whitaker, Expansionists of 1812 di Pratt e The Great Plains di Prescott Webb. Le teorie di Turner. slargavano, in effetti, gli orizzonti della storiografia americana e costringevano gli studiosi a lasciare per un momento da parte la storia istituzionale per approfondire ìa conoscenza delle realtà economiche e sociali di cui era sostanziato lo sviluppo della nuova nazio,ne; e insieme li costringevano a spingere lo sguardo, oltre l'esperienza della Nuova Inghilterra, all'epopea della co11quista di un intero_ continente, alla saga eroica dei pionieri, al dissolversi delle antiche colonie nord-americane in uno stato che aveva una dimensione geografica immensa e problemi politici, economici e sociali pari a questa dimensione. Proprio per tutto ciò mi sembra che, anche se gli storici di scuola tumeriana hanno potuto compiere gravi errori e sottovalutare quella che potremmo chiamare l'eredità europea dell'esperienza americana, ancl1e se nei suoi epigoni la scuola ha avuto la tendenza a chiudersi in un provincialismo ri· stretto, il beneficio che esso ha portato alla storiografia americana del Novecento è stato enorme. Una nuova linfa vitale ha cominciato a circolare, per suo effetto, negli studi storici statu.nitensi, e anche altri orientamenti storiografici, che avren10 occasione di studiare, no,n riuscirebbero ad intendersi senza di essa. Né va dimenticato il fatto che la storiografia americana e di altri paesi si è sforzata di applicare l'ipotesi della frontiera anche ad altre esperienze storiche, con risultati non sempre soddisfacenti, ma spesso stimolanti ed interessanti: si pensi, ad esempio, agli stt1di di Reynolds sulla « frontiera » mediterranea o a quelli di Silvio Zavala sull'America spagnola o, ancora agli altri di Lattimore e di Boardman. sulla Cina. E da ultimo si deve 106 Bibliotecaginobianco

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