Nord e Sud - anno X - n. 37 - gennaio 1963

La Redazione e di strutture tradizionali e in cui la necessità di soluzioni originali veniva soddisfatta per i sentieri più antichi. Con le recenti elezioni della nuova Camera e, prin1a ancora, votando positivamente nel referendum richiesto da De Ga11lle per l'elezio11e del capo dello stato a suffragio universale, la Francia ha dato, ai democratic~ et1ropei un ultimo e più forte colpo e, dando a vedere di aver finalmente e definitivamente chiuso il lungo dopoguerra, li ha chia1nati a nuove, più ardue e i1npeg11ative, prove di respo•nsabilità e di in.telligeiìZa democratica. È noto quel che è accaduto co11 le ultin1e elezioni. A De Gaulle, che ha trovato soddisface11te una 1naggioranza del 60% nel suo referendu1n, si è affiancata in parlamento una UNR che ha trovato nel corpo elettorale t1na massa di consensi assolutamente impreveduta. Nella prova le formazioni democratiche tradizionali della IV Repubblica hanno subito perdite gravissime di suffragi, ancorché assai spesso mascherate dal numero dei seggi conseguiti da qualche partito (ad es., la SFIO) grazie al sistema elettorale vigente. No·n meno negativi sono stati i risultati per il tradizionale centro-destra degli indipendenti e - soprattutto - per la destra ultra, che è venuta fuori dalle elezio·ni addirittura schiacciata. Modesti incre1nenti di suffragi e più considerevoli aumenti di seggi hanno fatto invece registrare i comunisti. Di fronte a tali risultati, e anche per il n1odo come essi so·no stati preparati e si sono prodotti, tutti gli osservatori hanno convenuto, pressocché senza eccezioni, che una nuova fase della vita politica francese si apre. St1l carattere delle 11ovità si sono, tuttavia, n1anifestati dissensi fortissimi; ed è su questo che qui vogliamo tentare di abbozzare qualche primo giudizio e di sistemare alcune prime in1pressio-ni : le occasioni di riprendere il discorso su un argo111ento di tanto rilievo, e di svilupparlo con tutta l'ampiezza necessaria, no,n manchera11no di certo. Una considerazione pregiudiziale ci sembra al riguardo inevitabile. Per sedici o diciassétte anni dalla fine dell'ultima guerra abbiamo persistito nel giudicare gli avve11imenti francesi (così come, in genere, gli avvenimenti degli altri paesi europei) secondo schemi che attingevano la loro validità alla lotta politica dell' entre-deux-guerres e, quindi, attraverso mutamenti di carattere no11sostanziale, agli anni a cavaliere tra il secolo scorso e il secolo presente. Q11esti schemi ottocentescl1i conoscevano l'antagonisn10 di una destra reazionaria, legata moralmente e materialmente al mondo dell'ancien regime, e subito pronta ad identificarsi, appena ne sorse l'occasione, col nazifascismo, e di una sinistra socialista e massimalista, subito pronta ad identificarsi a sua volta, pressappoco co11temporaneamente all'evoluzione fascista della destra rea8 Bibliotecaginobianco

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