Nord e Sud - anno IX - n. 36 - dicembre 1962

• ]osé L. Sureda L'i11dustria nazionale, praticamente concentrata al principio nella regione catalana, non mancò di trovare compensi immediati nel corso di questo processo, ma il fatto che l'orientamento di questo non rispondeva al suo interesse ultimo è riflesso dal clima d'insoddisfazione che si sviluppò in Catalogna alla fine del XIX secolo. Proporre attualmente un tipo di sviluppo « spontaneo » equivale a proporre di aggravare questo difetto di equilibrio e d'integrazione fra i differenti settori che caratterizzano l'economia spagnola. La Missione della Banca Internazio11ale afferma che le sue raccomandazioni sono quelle che essa considera adeguate nelle circostanze attuali di questa economia; e, senza dubbio, non si potrebbero considerare come mancanti di « realismo », se non si tenesse conto che della loro concordanza con la direzione attuale della politica economica spagnola. Si potrebbe aggiungere che queste raccomandazioni sono le più appropriate nelle circostanze attuali della strategia commerciale dei paesi più progrediti. Tuttavia, queste prove di realismo economico hanno poco a vedere con la soluzione dei problemi relativi allo sviluppo dell'econo,mia spagnola. 3) Conclusione. - La 11eutralità apparente d'una proposta di sviluppo « spontaneo » e subordinato alle regole automatiche dei meccanismi di mercato si dimostra, in pratica, una mediazione attiva tra le forze in gioco. Ciò non è raro in Spagna, dove lo Stato ha avuto una parte importante nella determinazione del corso e del ritmo dello sviluppo economico. Lo Stato spagnolo non ha mai potuto rispondere alla figura di uno Stato sostenitore dell'ordine che non interferisce 11ella lotta competitiva del mercato. La mancanza d'integrazione economica ha sempre creato problemi di equilibrio tra certi settori e certe tendenze regionali, e lo Stato è intervenuto attivamente, benché non imparzialmente, in questi problemi. Lo Stato spagnolo è sempre stato uno Stato-provvidenza, il che non ci deve eccessivamente preoccupare dacché Keynes ci ha liberati dalla falsa idea che l'intervento dello Stato nella vita economica. costituisce un segno di ripiego o di decadenza del sistema capitalistico. Perciò in Spagna non si dà importanza all'idea di considerare l'economia come divisa in due settori rivali; come se al fianco del sistema dell'iniziativa privata - retto dall'azione del meccanismo dei prezzi - esistesse un sistema d'economia pubblica, rivale e differente, mosso da iniziative proprie ed autonome. In queste condizioni, la questione se le forze del progresso eco,nomico debbano essere organizzate in maniera deliberata, oppure abbandonate all'azione dell'imprenditore 94 Bibliotecaginobianco

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