neasse la mancanza d'integrazione come caratteristica dominante dell'economia spagnola. Si tende, in generale, a considerare scontato il fatto che la grande questione di questo periodo fu la battaglia del protezionismo contro il libero scambio. Tuttavia, la storia della Banca di Spagna e dei suoi rapporti con il Tesoro contribuisce molto più della storia delle tariffe doganali e dei trattati commerciali a spiegare la struttura attuale dell'ec~nomia spagnola. Ciò che ha impresso il carattere specifico· allo sviluppo del capitalismo i11 Spagna si trova nel campo· della finanza, e non c'è dubbio che la configurazione specifica del capitalismo finanziario spagnolo è strettamente legata da una parte con le vicissitudini delle finanze pubbliche e dall'altra con la storia degli investimenti strar1ieri in Spagna. Il trionfo del protezionismo si ebbe nel 1891 q11ando le condizioni per la dominazione del capitalismo finanziario sull'economia spagnola si erano già affermate; e il successo riportato dalla formula del protezionismo integrale non è estraneo ad un tale fatto. La Banca di Spagna costituiva già all'epoca l'elemento decisivo nell'ordine monetario attraverso il monopolio d'emissione che gli fu concesso dalla legge bancaria del 1874 e in seguito dalla sospensione del diritto di batter moneta del 1879; d'altra parte, la convenzione conclusa con il Tesoro nel 1887 metteva le finanze pubbliche alla mercè della banca. È vero che fra il 1900 e il 1912 si potette constatare l'esistenza di un'aspirazione a risolvere razionalmente la qt1estio11e monetaria; una tale soluzione avrebbe tolto al capitalismo fi11anziario una parte sostanziale dei suoi poteri. Questa aspirazione fallì ancora 1111avolta e i detti poteri si consolidarono definitivamente in virtù della istituzione del privilegio di risconto a11tomatico del debito pubblico. · In definitiva, l'influsso dell'industria sulla direzione del processo di sviluppo « spontaneo » del capitalismo in Spagna fu relativamente ridotto, essendo prevalsi gli interessi della speculazione agraria, commerciale e finanziaria, come pure quelli del capitalismo straniero. La riforma dell'agricoltura non ebbe come risultato la formazione di una classe di contadini economicamente agiata che avrebbe sfruttato la sua propria terra, ma ri11forzò il potere dei grandi proprietari rurali, facilitando il piazzamento dei capitali nell'acquisto delle antiche proprietà ecclesiastiche. Lo stretto vincolo fra le finanze pubbliche e la banca provocò in maniera diretta il rafforzamento degli interessi dei capitalisti nazionali e stranieri, attraverso complesse transazioni finanziarie, onde una struttura finanziaria inadatta alla debole base industriale del paese. 93 Bibliotecaginobianco I
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