Nord e Sud - anno IX - n. 36 - dicembre 1962

Crisi internazionale e politica estera a cura della Redazione La gravissima tensione russo-americana sorta alla fine di ottobre per il tentativo sovietico d'installare a Cuba una base di missili a media gittata e il conflitto aperto tra la Cina comunista e l'India neutralista sulle frontiere india11e forniscono il punto di partenza per un ripensamento della situazione internazionale in generale e di quella europea in particolare. Non v'è dubbio che entrambi questi avvenimenti hanno alterato pr~fondamente i dati cl1e si potevano tenere per acquisiti fino a tre o quattro mesi fa, non solo per ciò che riguarda l'equilibrio delle forze e la 1nanovra d'infiltrazio,ne comunista nell'emisfero americano o per ciò che riguarda i rapporti tra indiani e cinesi, ma per tutti i problemi internazionali di rilievo, da qL1ello di Berlino all'altro dei rapporti tra l'Europa e gli Stati Uniti, dalle prospettive di una politica di costruzione europea alla questione dell'atteggiamento del « terzo mondo » e della revisione da parte dei paesi cosiddetti non-impegnati di un neutralismo il più spesso ingenuo, che finiva col portare questi paesi su posizioni sostanzialmente filo-comuniste. Per quel che riguarda la crisi cubana, conviene sgombrare il campo pregiudizialmente da alcuni equivoci che hanno fuorviato sovente anche - i più acuti e meglio informati osservatori della politica internazionale. Prima ancora che la crisi scoppiasse si poteva leggere nell' « Observer » che i dirigenti statunitensi stavano dando alle vicende dei Caraibi una impostazione assolutamente sbagliata: se gli americani vogliono veramente la coesistenza - tale era, in sintesi, il ragionamento del settimanale inglese - devono rassegnarsi ad essa non solo alla frontiera russo-turca ma anche a cento miglia dalla Florida. Questo ragionamento, che nell'ultima settimana di ottobre abbiamo visto ripreso da molta parte della stampa europea e che ha colpito l'opinione per la sua logica • apparente e per la sua forza semplificatoria, è fondato, in realtà, su una concezione affatto aberrante di una politica di coesistenza. Qui è opportuno un chiarimento, perché equivoci ed errori in siffatta materia possono verame11te oscurare del tutto non solo la posta in gioco nella gara tra le due maggiori potenze del mondo contemporaneo, ma anche i termini reali dei problemi. Non è stato certo l'Occidente ad inventare, nei laboriosi negoziati tripartiti che ebbero luogo prima ancora che 7 Bibliotecaginobia co

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