Giornale a più voci Una Mostra in alto mare Nel 1937, in pieno clima di grandezza « imperiale», la Napoli dei «bassi» e dei disoccupati ricevette dal duce del fascismo protettore dell'Islam la sua « Mostra delle Terre Italiane d'Oltremare»: un vasto complesso di brutti edifici, tirato su nell'allora periferica zona di Ft1origrotta. L'esposizione, secondo lo statuto dell'Ente appositamente creato, avrebbe dovuto, ogni tre anni, far da vetrina per le « opere del regime» in terra d'Africa. Si fece appena in tempo ad allestire la prima di queste fiere, era il maggio '40, che dopo un mese, con la guerra, cominciò il crollo del regime, delle « terre d'oltremare» e di buona parte della Fiera napoletana, seppellita sotto grappoli di bombe. Cadono i regimi, ma 110n la retorica: nel '48, a furia di insistenze di parlamentari napoletani, sin.dacalisti ed ex dipendenti dell'Ente, un decreto legge consente la ricostn1zione del complesso. Per il momento non si hanno idee precise sul come utilizzare la Mostra, ma la si ricostruisce, senza discostarsi granché dai moduli architettonici del « ventennio ». Nascono le prime complicazioni e, nel 1954, il Presider1te del Consiglio è costretto a nominare un Commissario per sistemare le complesse vertenze insorte tra l'Ente e gli esecutori dei lavori di ricostruzione che attendono da anni di essere pagati. Il Commissario, vista la situazione di cassa e le spese necessarie alla gestione ordinaria, sostiene che bisogna liquidare il complesso. Non è ascoltato e si dimette. Con un co11tributo straordinario di un miliardo e mezzo, e sotto la presidenza dell'ing. Astarita, si crede che la Mostra possa, grazie ad un'esposizione annuale dedicata alla « casa», porre fine alla serie di manifestazioni prive di ogni concreto significato economico che si erano fino allora succedute, come le mostre del « lavoro italiano nel mondo» organizzate dal 1951 al '53, l'esposizio11e della navigazione e quella del petrolio. Con questa « Fiera della Casa, dell'Edilizia, dell'Artigianato e dell'Abbigliamento» la Mostra (che continua a chiamarsi «d'Oltremare») va avanti sino ad oggi, senza però acquistare vitalità, eliminare le pendenze e contribuire in alcunché allo sviluppo produttivo di Napoli e della sua pro·vincia. La stessa Fiera della Casa, anzi, scade da esposizione industriale a mercato di vendita al dettaglio, come ben dimostra l'esperienza delle ultime edizioni. Ancora una volta, quindi, si pone il ricorrente problema della destina• zione del complesso, giacché quella che prima era opinione di pochi - vale a dire l'impotenza della Mostra ad inserirsi efficacemente tra la Fiera di Milano e quella del Levante e ad acquistare un suo significato - comincia a diventare un'idea comune, anche se tuttora espressa con una certa circospezione. Tempo fa, ad iniziativa della CISL di Napoli si tenne una riunione sull'argomento, il quale ha a11che una sua proiezione sindacale dal momento che alle sorti dell'Ente sono interessate le due-trecento persone che vi lavorano con continuità o solo nei periodi d'esposizione. Idee nuove dal p·ubblico dibattito non ne sono uscite; al contrario si è avuta l'impressione che molti continuino a 11utrire speranze su un non meglio precisato 63 Bibliotecaginobianco ♦
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