Nord e Sud - anno IX - n. 36 - dicembre 1962

• Sergio Antonucci è stata detta come se il figlio di_un ergastolano, e per di più siciliano, fosse solo eccezionalmente recuperabile; come un biologo che avesse annunciato dj esser riuscito a far parlare una scimmia (e come se, d'altra parte, una società che si occupi del figlio di un ergastolano e lo aiuti ad inserirsi in ·una attività lavorativa, non facesse solo il proprio dovere). Avremmo voluto cl1iedere all'ing. Pedullà come mai egli, pur avendo idee chiare e precise sull'argomento e pur trovandosi a capo di una scuola - e quindi in possesso di un valido strumento -, non avesse preso l'iniziativa, o tentato, di istituire nella sua stessa scuola qualche corso specialissimo ove accogliere quanti, agli esami di iscrizione, ora vengono respinti per non essere in possesso dei requisiti di base. Di quanto ha detto il sig. Pala, presidente dell'Ass.ne 'Sarda Tellus', ricordiamo alcuni dati: i sardi costituirebbero il 10% dell'immigrazione meridionale nel 'triangolo'; nel maggio 1962 la popolazione dell'isola sarebbe aumentata di sole 56 unità contro un aumento medio mensile nella penisola di 1500 (nel 1961 aumento di sole 1000 unità, mentre la crescita normale è di 18/20.000); la provincia di Nuovo poi presenta addirittura una diminuzione di 121 persone ... A parte queste cifre, che del resto rispecchiano una situazione comune ormai a parecchie zone del Sud, l'intervento del sig. Pala è stato quasi del tutto caratterizzato da un regionalismo paesano, infiorato di tutte le veneri e gli amorini tipici del genere .. Interessante comunque il concetto dei sardi cl1e vanno nel continente e da pastori si trasformano in operai specializzati: quando_ l'isola si sarà industrializzata essi torneranno ai loro campanili e invece delle greggi governeranno altiforni e centrali elettriche. Concetto che, a parte il forrr1ale ottimismo che l'ispira, è contraddittorio con l'altro: il vanto, cioè, come un titolo di merito, della piena integrazione dei sardi nei paesi di immigrazione, specie a Genova, 'tradizionale testa di ponte nel balzo, ecc.'. Perfetto inserimento, quindi, e nessuno dei problemi posti a base della riunio·ne. Utopistico infine il progetto di un ente che centralizzi autonomamente l'assistenza ai sardi immigrati, patrocinato e guidato dal governo regionale dell'isola, ma sorretto economicamente dalle città d'arrivo. Il sig. Pala ha pure denunciato le speculazioni politiche che tenderebbero a sfruttare gli immigrati sardi a fini elettorali (ma naturaln1ente egli considerava interferenze e speculazioni solo quelle imbastite dai partiti di sinistra, nella altrettanto naturale presupposizione che il pubblico di certe riunioni, quanto più le occasioni dovrebbero essere 'indipendenti', debba necessariamente condividere le idee - quelle idee - dell'oratore). Alla fine si sono avuti due interventi da parte del pubblico. Il presidente dell'ECA di Genova ha protestato contro le affermazioni che non si fosse fatto niente da parte delle autorità e degli enti. Ha parlato dell'opera dell'ente da lui presieduto ed anzi ha messo in luce una questione che meriterebbe un approfondi1nento. Gli enti assistenziali talvolta sono anche troppi, si fanno concorrenza fra loro, comunque ne deriva confusione e la 60 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==