Giornale a più voci che il 50% degl'immigrati alloggia presso terzi per oltre due anni dal trasferimento. Di qui la deduzione che queste persone vivrebbero ancora lontane dalle famiglie, con grave turbamento ai fini della loro sistemazione e d~l loro inserimento nella vita della comunità. Il che è indubbiamente vero. Ma ci si potrebbe anche prospettare l'ipotesi che molti (di questo 50%) possono sì vivere ancora presso terzi, ma insieme alle proprie famiglie (questo dato infatti non ristilta dall'indagine), non importa quanti in una stanza e quante famiglie in uno stesso appartamento: cosa che del resto non rappresenterebbe nulla di nuovo per molti meridionali, abituati a questo ed altro. L'ing. Pedullà che dirige la Scuola Apprendisti di Calcinara, istituzione molto nota a Genova, una delle migliori del genere fra quelle esistenti in Italia, ha dichiarato di essere figlio di calabresi e perciò di sentirsi autorizzato a dire cose anche sgradevoli nei confronti dei meridionali. Ha parlato infatti del basso livello culturale e sociale dei meridionali, delle barriere psicologiche e sociologiche che ne re11dono arduo l'inserimento nelle nuove comunità, delle differenze caratteriologiche e psicologiche fra meridionali e settentrionali, talvolta più sensibili ed acute di q1.1elle che possono separare un settentrionale da un francese o da uno svizzero•. Quindi necessità di portare i meridionali per quanto possibile al livello dei settentrionali, studiare gli ambienti di provenienza, curare la preparazione di base, e non solo da un punto di vista nozionistico o di preparazione professionale pura e semplice. Egli tuttavia sembra essersi posto il problema più ai fini dell'inserimento dei meridionali nel Nord che da un punto di vista generale. In altre parole: occuparsi solo o principalmente di quelli che si tro1 vano al Nord o che si accingano a trasferirvisi. Tanto è vero che egli si chiede dove sia meglio effettuare questa preparazione; se al Nord o al Sud: se ciò deve avvenire al Sud, sarà bene non fidarsi degli istruttori e degli educatori 'indigeni', a n1eno che non si tratti di iniziative di complessi del Nord (salvo a preoccuparsi di meno se la preparazione fosse fatta ai fini di un inserimento in fabbriche impiantate nel Sud, dato che non vi sarebbe il problema di un adattamento extra-aziendale). Pedullà ha rilevato che il problema maggiore sussiste per gli anziani e per i 20/30enni, mentre è limitato per i giovanissimi, facilmente assimilabili. Nella scuola di Calcinara i meridionali che sei o sette anni fa rappresentavano il 2% degli iscritti, ora sono saliti al 6/8%, ma le richieste di iscrizione dei meridionali sono aumentate in proporzione molto maggiore -- maggiore dello stesso incremento del quoziente di immigrazione - il che mostrerebbe un desiderio di apprendere un mestiere. Ora non è po,ssibile soddisfare sempre e per tutti questo desiderio perché la maggior parte è sprovvista dei requisiti minimi di base per un giovevolé inserimento a parità di livello con i settentrionali. Tuttavia i risultati dei corsi / sono soddisfacenti: questo anno il migliore di tutti i corsi è risultato un ragazzo di Partinico, figlio di un ergastolano già appartenente alla banda Giuliano. La cosa ha fatto molta impressione fra il p·ubblico, ed in effetti 59 BibJiotecaginobianco
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