Nord e Sud - anno IX - n. 36 - dicembre 1962

Editoriale si dica perfino che vogliono far intenclere, più o meno sommessamente, ai fautori dell'apertura a sin.istra, che la nuova maggioranza può avere un avvenire, anche come « accordo di legislatura », solo se si sbarca. ·Fanfani e si viene a patti con i « dorotei ». Comunque, dal recente Consiglio nazionale della DC, è venuta anche in questo senso una chiara indicazione: non conviene ai RtLmor e ai Colombo avventurarsi sventatamente· su certe posizioni, ma convie·ne tornare indietro e cercare di riqualificarsi a sinistra, per non essere ingoiati dalla « palude », per non essere confusi con la destra, per poter rimanere all'altezza dei loro migliori precedenti come tlominì di governo e di partito. Si deve, dunque, valutare positivan1ente - come una possibilità di chiarimento ulteriore all'interno dello schieramento democristiano - lo svolgimento delle discussioni al Consiglio nazionale della DC, nel corso delle qz✓tali l'on. Fanfani lia rafforzato le sue posizioni, mentre si sono indebolite qu.elle dei suoi avversari che avevano deciso di giocare una grossa partita. Ma questa partita poteva essere vinta se Saragat si fosse lasciato convincere da Segni e se Moro si fosse lasciato catturare dai « dorotei ». Il Presidente della Repubblica ha cercato, infatti, di preparare il terreno alle manovre « dorotee »; e la stampa che denu.11ciava con tanto vigore i velleitari tentativi di Gro11chi, qiLando quest'ultimo cercava di far sentire il peso del Quiri11ale nelle crisi politiche, si è ben guardata dal denunziare il con.tributo attivo dato da Segni all'attuazione dei piani « dorotei ». Ma a Segni che cercava di convincerlo della utilità, anche elettorale, di un ripiegan1ento del PSDI entro i vecchi schemi centristi, più o meno camuffati, Saragat ha saputo rispondere come si doveva (si veda a questo proposito il citato servizio dell'« Espresso »); e con ciò ha dato ancora u·na volta la misitra del suo stile, e dell'alto senso di responsabilità e di vigilanza democratica cui suole ispirare la sua azione politica (del che 11oi non avevamo mai dubitato anche quando era diventato di nzoda prendersela sempre con Saragat ). E quanto a Moro sembrerebbe che egli si sia reso conto tempestiva111ente, proprio duran.te l'ulti1no Consiglio nazionale della DC, che è forse finito il tempo della segreteria demiurgica; che oramai i « morotei » devono definirsi anclie loro come corrente,· e che tale corrente deve essere alleata di quella f anf aniana, se lui, Moro, non vuole finire /jrigioniero dei « dorotei », disposti 1nagari a spedirlo al posto di Fanfani, per occupare il posto eh.e ora è suo e poi, grazie a questo, anche l'altro. Certo rimane questo uno dei dite punti su cui la parte più scaltrita dell'opposizione al centro-sinistra ce,:cl1erà di produrre il massimo 4 Bibliotecaginobianco

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