Giornale a più voci Il primo requisito (cioè il merito) è co11siderato proprio di quei giovani, che s'iscrivano al primo anno del corso universitario dopo aver superato gli esami di maturità o di abilitazione co11 votazione superiore alla media, calcolata nella circoscrizione scolastica, in cui gli esami sono stati superati, e di quei giovani, che s'iscrivano agli anni di corso successivi al p·rimo dopo aver riportato negli esami speciali prescritti nel piano di studi della Facoltà votazioni superiori alla media. L'altro requisito (e cioè la ma11canza di mezzi) è considerato proprio dei giovani appartenenti a famiglie che fruiscano di un reddito complessivo netto non superiore a quello esente dall'in1posta complementare, aumentato di lire 250.000 per ogni figlio a· carico oltre il primo. Chi sia riconosciuto in possesso dei due illustrati requisiti ha diritto ad un assegno di lire 180.000 annue, se appartiene a famiglia residente in località dalla quale sia agevole accedere e alla quale sia consentito far ritorno dalla sede universitaria nello stesso giorno, e ad un assegno di • lire 360.000 negli altri casi. · Alla copertura si provvede con la somma di lire 4.800 milioni, prevista nel menzionato art. 93 della legge del 1962: ciò significa che lo Stato cessa di contribuire ad ogni forma di assistenza universitaria, che non sia l'istituzione di borse di studio, e che, esclusion fatta degli 800 milioni destinati ai laureati, l'intero importo delle borse di studio ha per beneficiari gli studenti. Questa innovazione non può non suscitare qualche dubbio: in primo luogo, il progetto ripone un affidamento eccessivo nella capacità dei giovani ad amministrare saviamente le borse di studio, di cui son chiamati ad usufruire, e dimostra per contro una sfiducia immeritata nelle Opere, che priva della facoltà di destinare i contributi statali a forme di assistenza universitaria diverse dalle borse di studio (collegi, biblioteche, circoli di cultura, ecc.); in secondo luogo, ne riesce ancor più depressa la finalità di preparare nuovi docenti e, in genere, studiosi, che alla Università dovrebbe riconoscersi, perché, contro gli 800 milioni per borse a laureati, di cui soltanto la metà è amministrata dalle Opere universitarie, stanno ben 4800 milioni destinati a borse per studenti (divario che non può esser spiegato soltanto con il più esiguo numero dei primi). Sin qui si è J?.ella cerchia dell'opi11abile e nell'ordine delle scelte tra alternative, in linea di massi1na accettabili; ma i çlubbi -·divengono davvero gravi a proposito della misura degli assegni: pur a congetturare che la funzionalità di questi sia da valutare con riguardo a nove e non a dodici mesi all'anno (congettura irrazionale, come quella che suppone la possibilità di vivere per gli altri quattro mesi con mezzi propri), non può sfuggire la esiguità della somma di lire 40.000 al mese per giovani, cui la residenza della famiglia impone di pernottare fuori casa per il periodo delle lezioni.: né il discorso muta per l'a~segno di lire 20.000, di cui sarebbero beneficiari i giovani cui è consentito di effettuare la spola giornaliera tra· la residenza della famiglia e la sede universitaria. 49 Bibliotecaginobianco
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