Note della Redazione singolare. Sia per le condizioni di n1iseria del suo popolo, sia per l'isolamento culturale dal resto dell'Italia, sia infine per il clima di provincialismo che la caratterizza, il mito vi attecchisce con rara rapidità. Basta aver successo, nemmeno molto, riuscire a sollevarsi un poco dalla mediocrità per avere i propri fans, che qui non sono dei comuni fans come se ne possono trovare dapertutto; sono dei ' fedeli ', degli zelanti ' devoti ', auspici di veri e propri culti, completi di riti e di liturgie. Sono appunto questi ' fedeli ' a creare i miti, a sostenerli e a diffonderne il culto. Per tali motivi, da alcuni decenni, Napoli, vanta l'onore di possedere uno o più patroni viventi contendenti a S. Gennaro il compito di tutelarla e di regolarne il destino. Di tali patroni si è formata una successione ininterrotta. Quando poi, malgrado l'impegno dei propri zelatori e nonostante i turibulanti offici della stampa cittadina, che, tempestiva, redarguisce i napoletani dimentichi delle "grazie ricevute" invitandoli a rinverdire i riti di una devozione che è da rimanere imperitura; quando cioè lo sforzo congiunto dei famigli e degli accoliti di turno non bastano a tenere in vita il mito ormai logoro, non è che lo stuolo dei protettori di Napoli resti privo di un'unità: per ogni mito che si spegne c'è già pronta, preparata in lunghi anni di attesa vigile e paziente, la figura di un nuovo "figlio devoto" di questa " Napoli nobilissima", il quale si appresta a raccogliere l'eredità del mito che va spegnendosi ed a gestirla con modi ancora più pesanti che il primo non usasse. È appunto così che la D.C. napoletana e l'intera vita cittadina sono venute a trovarsi sotto tutela, e che non vi è più avvenimento di qualche rilievo che possa verificarsi senza il placet dei " numi tutelari ". Anzi ciò che non accade non è che non avvenga per caso: anche quello è stabilito dai "numi" che sanno tutto e regolano tutto; ciò che deve avvenire e ciò che non è bene che accada. E per tutto hanno diritto a riconoscenza anche per quanto li ha visti estranei o si è verificato loro malgrado. Ma le cose sono andate anche più oltre. Le elezioni a cariche interne di partito e a quelle pubbliche, la nomina dei Presidenti e dei Consigli di amministrazione degli Enti cittadini, la scelta dei Dirigenti degli stessi sono divenute altrettante occasioni delle quali gli autorevoli personaggi intendono profittare per " premiare " ciascuno i propri " fedeli ". In tali circostanze i criteri selettivi sono, quindi, la fedeltà dimostrata al culto di qualche autorevole personaggio e lo zelo dispiegato nel promuoverne la devozione, mentre il possesso delle competenze occorrenti per l'espletamento delle mansioni cui si è destinati o la sperimentazione già avvenuta delle necessarie capacità, come l'idoneità ad armonizzare la propria azione con gli indirizzi generali della politica del Paese, sono elementi tenuti in nessuna considerazione. Un confronto a tal proposito nasce spontaneo: con il periodo fascista. Durante quell'epoca vi erano innegabilmente delle sopraffazioni, ma almeno ci fu una legge dello Stato, da giudicarsi come è indubbio che vada giudicata, ma sempre Legge però, che riconobbe nei "meriti fascisti" un titolo particolare di benemerenza ai fini del lavoro, delle carriere, delle nomine. Fu un ignobile abuso; ma gli si volle conferire con spudorata impudenza, una patente di legittimità. Oggi si pretende invece che i "meriti di fedeltà" a tizio o a caio vengano ugualmente premiati e non ci si preoccupa nemmeno di salvare le apparenze. Tanto è vero che quando avvenga che non si riesca a trovare un onorevole componimento tra le disparate vedute degli "autorevoli", la Camera di Commercio rimane senza Presidente per quasi due anni, senza che nemmeno si profili la eventualità che dopo sì lunga attesa si proceda infine ad una nomina-. La situazione è di per se gravissima. Ma v'è un effetto particolarmente allarmante: si sta formando a Napoli una classe dirigente per più aspetti carente e assolutamente non paragonabile ai quadri cui essa sue- . cede: i Giordano, i Brun, i Rodinò, i Cenzato, i Vanzi, per citare solo gli elementi 45 ~ Bibliotevaginobianco
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