Roberto Berardi del proprio dovere in aula con l'espletamento degli altri numerosi doveri in casa; e nessuno vorrà cèrto obbiettare se diciamo che questi ultimi sono, in fin dei conti, primari rispetto a quell'altro. È arduo quindi chiedere alle insegnanti, mogli e madri, di sottrarre ore alla famiglia per dedicare più ore alla scuola. Eppure la scuola d'oggi, e ancora più quella di domani, ha bisogno che i docenti dedichino ad essa tutto il loro tempo: non solo per allargare ed aggiornare senza posa la pro,pria cultura, ma per approfondire i metodi, per preparare le impegnative lezioni tenute con i 1netodi attivi, per collaborare alle iniziative « collettive » dell'istituto. Questo medesimo discorso vale per i docenti che si dedicano ad una seconda professione, o anche solo impartiscono molte lezioni private. Sarebbe, per esempio, inutile vietare le lezio·ni private offrendo come corrispettivo i soliti aumenti di dieci o ventimila lire, tosto ingoiati, specie nei grandi centri industriali, dall'aumento veloce del costo della vita. I professori le impartirebbero egualmente, perché la necessità ve li costringerebbe, e cercherebbero di sottrarsi in mille modi ad ogni aggravio d'orario da parte della scuola; mentre un rinnovamento del clima scolastico richiede un personale che lavori volentieri, senz'altre preoccupazioni che quella di ben insegnare. Per quanto riguarda le madri di famiglia, non ci sarebbero poi aumenti di stipendio sufficienti per sgravarle dalle preoccupazioni e dalla cura dei propri figli. Forse una via d'uscita potrebbe essere offerta dall'istituzione di due ruoli: che chiameremo qui, tanto per intenderci, « ordinario » e « distinto ». Il ruolo ordinario comporterebbe per il docente gli obblighi e gl'impegni e le tolleranze di cui gode ora; la carriera sarebbe quella attualmente in vigore. Vi farebbero parte coloro (uomini e donne) che non possono o non vogliono offrire alla scuola più di quanto lo Stato richieda oggi. All'altro ruolo invece si apparterrebbe mediante concorsi periodici, del tipo « merito distinto ». L'appartenervi implicherebbe in primo luogo il divieto assoluto di impartire lezioni private. Naturalmente lo Stato non dovrebbe corrispondere le poche migliaia di lire che passa oggi, ma un congruo· assegno: al livello attuale del costo della vita, non meno di 50-60.000 lire. L'assegno sarebbe temporaneo, della durata di tre o quattro o cinque anni. Trascorsi i quali, il professore, per conservarlo, dovrebbe sostenere un altro concorso. In questi concorsi non dovrebbe aver peso l'anzianità, n1a solo i titoli che dimostrino attività culturale e didattica all'infuori della solita routine: come sarebbero, oltre eventuali pubblicazioni, esperimenti didattici controllati da una 28 Bibliotecaginobianco
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