La condizione degli insegnanti medi avvicini il funzionamento della nostra scuola media a quello dei più p~ogrediti paesi dell'occide11te europeo. Occorre dunque che il nostro ceto politico e l'opinione pubblica, che ha il torto di fermarsi alla superficie delle cose senza chiedersi chi sia il vero colpevole degl'inconvenienti lamentati, si decidano: vogliono essi cl1e il corpo insegnante sia sempre all'altezza della situazione, che dedichi le proprie energie esclusivamente alla scuola e al perfezionamento costante della propria cultura, che faccia dell'insegnamento la professione unica, in modo che il tono generale dell'insegnamento medio s'innalzi al livello dei bisogni del tempo presente? O al contrario, pur di economizzare sino all'osso, preferiscono che le cose restino co·me sono (anzi, peggiorino), e sono disposti a consentire che i professori « si arrangi110 » ad integrare il loro stipendio con altre attività? La professione dell'insegnante è una professione tutta particolare, giacché, me11tre la più parte degli impiegati e dei salariati cessa di lavorare quanto esce dall'ufficio o dalla fabbrica, il professore comincia la parte più impegnativa del suo lavoro proprio qt1ando esce dalla scuola. E non si tratta solo della correzione dei compiti, come pensano i più; si tratta, da t1n lato, dell'aggiornamento culturale, tanto più assorbente quanto più la cultura d'oggi è in rapida, continua evoluzione; dall'altro, dell'aggiornamento dei metodi e delle tecniche. Quest'ultimo aspetto è il più ignorato dalla nostra classe dirigente; ma è, e diventerà, col passare degli anni, sempre più essenziale. La figura del professore che tiene lezione ex cathedra, e poi interroga per assegnar voti, è già scomparsa nelle scuole migliori del Vecchio Mondo, sostituita da quella del professore come ricercatore e guida alla ricerca dei suoi allievi. L'applicazione dei metodi genericamente detti « attivi » comporta un lungo e faticoso lavoro di preparazione da parte dell'insegnante: preparazione di programmi e di materiale, che debbono essere continuamente rinnovati e adattati ai bisogni cangianti delle classi e dei singoli allievi; e studio della personalità degli allievi, appunto in vista della scelta e dell'applicazione di un certo programma e di un certo metodo. Tutto ciò comporta tempo e fatica, e una lunga preparazione professio11ale, continuamente aggiornata. Vogliamo che in Italia si continui ad insegnare come nel Seicento? O vogliamo metterci al passo con le esigenze e le possibilità di oggi? Se, di fatto, il lavoro del professore non è sempre quale lo abbiamo qui descritto, è appunto perché mancano le condizioni materiali e ambientali perché egli possa o si induca a farlo. Non si può pretendere un impegno professionale « eroico » da una categoria ormai com25 Bibliotecaginobianco
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