Nord e Sud - anno IX - n. 36 - dicembre 1962

Crisi internazion.ale e politica estera tuisce un tutto affatto indivisibile, e che non sono possibili mercan-- teggiamenti di sorta sulla sostanza di questi interessi. Se i missili sovietici a Cuba rappresentavano una formidabile minaccia militare, una soluzione unilaterale del pro,blema di Berlino costituisce una formidabile minaccia politica: all'infuori dei comunisti e dei neutralisti professonisti, non v'è chi non veda oggi che una sconfitta morale dell'occidente a Berlino avrebbe il valore di molti missili a testata nucleare. La politica sovietica per Berlino è, in realtà, nient'altro che la politica sovietica per la Germania occidentale: ciò che la nostra rivista ha scritto un anno e mezzo fa, alla vigilia della costruzione del muro famoso, è stato confermato dalla costruzione di questo muro e da tutti gli avvenimenti successivi. Per Mosca il problema decisivo resta quello della dislocazione dell'alleanza occidentale facendo leva sui desideri tedeschi di riunificazione: e nella crisi politica che travaglia da qualche mese la Repubblica Federale tedesca, e che è molto di più che una crisi del leadership di Adenauer o una lotta per il potere all'interno del partito cristiano-democratico, la forza delle posizioni nazional-neutralistiche si manifesta sempre maggiore. Sarebbe assurdo pensare che la classe dirigente am~ricana non si sia resa conto di tutto ciò, che essa non abbia pensato a ciò, proprio nel momento in cui impegnava i sovietici per persuaderli, in modo che si spera definitivo, della sua determinazione ad adoperare in caso di necessità la ritorsione atomica. Per paradossale che la cosa possa sembrare, proprio il gesto americano compiuto senza consultazione preventiva degli alleati dovrebbe rassicurare questi alleati e servire a rafforzare l'alleanza. La crisi dello scorso ottobre può essere un punto di partenza per una soluzione definitiva dei problemi politici e strategici del sistema atlantico. D'altra parte, come abbiamo già accennato, si è verificata ancora una volta la necessità della costruzione europeistica: mai, forse, negli ultimi dieci anni come durante l'ultima settimana di ottobre si è visto chiaro che il solo modo di colmare il vuoto di potere politico che si è venuto a creare nel vecchio continente, il solo modo di restituire una volontà politica e morale agli europei, è quello di dare opera a costruire un'Europa unita. La lezione più severa è stata certamente quella che ha ricevuta proprio la Gran Bretagna: informati esattamente come tutti gli altri alleati europei, gli inglesi hanno visto frantumato il mito della « grande famiglia anglosassone », rovinata la pretesa di « rapporti particolari » cqn gli Stati Uniti. Se v'era bisogno di una prova ulteriore del declassamento dell'Inghilterra al livello degli altri paesi d'Europa, questa v'è stata, inequivocabile e addirittura brutale, 17 Bibliotecaginobianco

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