La Redazione dell'Unione Sovietica; nel blocco che già da qualche anno non è più monolitico si produrranno nuove crepe e la pressione dei russi per assicurarsi la fedeltà dei partiti con1u11isti che non sono al potere diventer~ _sen1pre più forte. È estremamente difficile prevedere come l'a!tuale ceto dirigente del Cremlino potrà fro11teggiare e tentare di eliminare queste gravi difficoltà: una cosa sembra, tuttavia, certa, ed è che esso commetterebbe un grave errore cercando facili rivalse di prestigio (le quali, oltre tutto, appaiono oggi estremamente problematiche) per zittire momentaneamente i cinesi ed i loro alleati. U11 ritorno·, sia pure temporaneo ed a soli scopi tattici, ad una politica di rigidezza, rafforzerebbe, invece di indebolire, le posizioni di tipo cinese ed indebolirebbe, invece di rafforzare, un'eventuale strategia sovietica mirante al raggiungimento di un'autentica coesistenza. Considerata la situazione anche dall'angolo visuale delle tensioni e dei contrasti all'interno del sistema comunista, sembrerebbe di poter concludere che la crisi dell'ottobre scorso dovrebbe aver consolidato la volontà sovietica di t1n negoziato sincero. Come si è visto, abbiamo evitato finora di menzionare l'Europa; e l'abbiamo fatto a ragion veduta, percl1é l'Europa merita veramente un discorso a parte. Si è lamentato durante la crisi che ha preso il nome di Ct1ba e nei giorni successivi che gli Stati Uniti abbiano agito da soli, senza consultare preventivamente gli alleati europei, dimostrando così di farne pochissimo conto e quasi mettendo in evidenza il vuoto di potere che v'è oggi nel vecchio continente. In queste osservazioni vi può essere una parte di ragionevolezza: pure, sarebbe stato preferibile che gli europei, invece di abbandonarsi alle querimo11ie sulla mancanza di tatto o di senso degli Stati Uniti, avessero colto l'occasione per un severo esame di coscienza. Questa crisi così grave ha dimostrato molte cose, e molte cose sconfortanti, sull'Europa, le quali, a nostro giudizio, sono ancora più gravi dell'ennesima riprova che l'Europa stessa è un vuoto di potenza politica. Le classi dirigenti europee, in Inghilterra come in Francia o in Italia, l1anno dimostrato la loro fondamentale incapacità di intendere la reale condotta della politica internazionale nel nostro tempo. Gli europei non hanno razionalizzato la guerra nucleare, ossia non hanno preso compiuta coscienza del fatto che la prospettiva di una guerra nucleare ha alterato profondamente i termini e le modalità della politica estera: essi continuano a pensare come pensavano nell' entre-deux-guerres, che, cioè, la cosa da evitare innanzi tutto siano le tensioni improvvise e forti, mentre la verità è che in certi casi ed a certe condizioni un'inflazione della tensione politica può servire a deflazionare i pericoli di gµerra. Ma soprattutto essi non 14 Bibliotecaginobianco
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