Crisi internazionale e politica estera delle basi missilistiche cubane dimostra non tanto che Krusciov abbia accettato la dottrina di Monroe, che pure aveva data per sepolta un anno fa, quanto che dal Cremlino si è dato l'avvio ad una revisio·ne della dottrina sovietica della coesistenza, che potrebbe portare la Russ~a ad un'accettazione della sola impostazione ragionevole della coesistenza stessa, quella che abbiamo accennata di sopra e che si fonda sul principio dell'uti possidetis come punto di partenza di un negoziato sincero ed approfondito. Del resto, la logica di una politica che vuole evitare la guerra nucleare porta a questa concezione della coesistenza; e se i sovietici non ha11no mai accennato esplicitamente a questa coerente co·nclusione del loro ragionamento, ciò non vuol dire che essi non l'avessero intravista: la tradizione dell'internazionalismo proletario, dell'esportazione della rivoluzione, non mai spente nell'escatologia comu11ista, impedisce troppo franche prese di posizione in materia. Ma che nel campo comu11ista si fosse intesa questa possibilità di sviluppo è dimostrato largamente dalla lunga e tenace opposizione cinese alla politica di coesistenza: la Cina, per la quale primeggiano problemi di riconoscimento di un nuovo status, oltre che problemi di leadership dei paesi non-impegnati, aveva tutto da perdere e nulla da guadagnare da una politica che, se sviluppata con coerenza, avrebbe portato al riconoscimento dello stallo forzato ed alla condanna di ogni innovazione. E non v'è chi non veda che tutto ciò, se era vero prima della crisi dello scorso ottobre, è ancora più vero dopo che quella crisi v'è stata e si è chiusa nel modo cl1e tutti sanno e che, come abbiamo detto, sembra segnare un passo ava11ti ve~so l'accettazione russa di una più razionale concezione della coesistenza. Il vero, importante problema che ha innanzi l'attuale ceto dirigente russo non è quello della perdita di prestigio e di forza nell'agone internazionale dopo la ritirata da Cuba (questo, semmai, è un prol1lema che riguarda i partiti comunisti nei paesi a regime democratico), poiché a livelli di potenza con1e quello dell'Unione Sovietica o degli Stati Uniti le perdite di prestigio hanno relativa importanza; il vero ed importante e grave problema di Krusciov e dei suoi colleghi è t1n altro: che la soluzio 1 ne della crisi potrebbe accrescere le tensioni all'interno del sistema comunista. In effetti, a mano a mano che l'Unione Sovietica si accosta ad una coesistenza del tipo che abbiamo definito, gli avversari comunisti di tale politica accresceranno le loro pressioni cd i loro sforzi per arrestare ed invertire il processo, e più profonde e larghe si faranno le divisioni tra i vari paesi a regime comunista. I russi accuseranno sempre più fortemente i cinesi di troskismo, e i ~ cinesi renderanno più aspro il loro processo al revisionismo di destra 13 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==