Nord e Sud - anno IX - n. 36 - dicembre 1962

Il Vaticano e la prima guerra mondiale ad un grande impero slavo, ove esso fosse stato promosso dalla Russia, in caso di guerra e di vittoria sull'Austria-U11gheria » 5 • Queste cose non era110 ignote alla diplomazia vaticana, la quale intuiva assai bene come il crollo della Romania, sotto l'urto dell'esercito• tedesco, aggravasse, anziché alleviare, il problema del futuro assetto dell'intero settore balcanico. Tutto questo è confermato dalle istruzioni inviate dal cardinale Gasparri al nunzio a Monaco, monsignor Aversa 6 , nonché dai sette « punti Pacelli », cioè dai sette articoli nei quali si precisò l'iniziativa diplomatica del nuovo nunzio apostolico in Germania, e che avrebbero dovuto spianare la strada alla progettata mediazione pontificia 7 • s L. VALIANI, La dissoluzione dell'Austria-Ungheria, III, in « Rivista Storica I taliana », LXXIV, 1962, p. 259. 6 L'Aversa aveva domandato telegraficamente quali condizioni fossero giudicate preminenti, così che il governo tedesco potesse fissare « alcune basi generali, sulle quali sembra riuscirebbe facile l'accordo». In risposta, il cardinale Gasparri così le definiva, nell'ordine: « I. Disposizioni atte a garantire a tutti la libertà dei mari. (Se ben ricordo Sir Edward Grey in un noto discorso - che per la ristrettezza del tempo mi è stato impossibile riscontrare - affermò che l'Inghilterra avrebbe accettato la discussione a questo riguardo). Il. Provvedimenti diretti ad assicurare ai piccoli Stati la loro libertà ed indipendenza. (Il Cancelliere tedesco, se ben rammento, in un suo discorso, disse che la· Germania avrebbe accettato la discussione su questo punto). III. Accordi per una diminuzione proporzionale degli armamenti, in modo da rendere impossibile per l'avvenire qualsiasi aggressione degli uni contro gli altri (Questo punto senza dubbio soddisferebbe molto all'Intesa, e non sembra possa dispiacere agl'I1nperi Centrali). IV. Garanzie per la esclusione di ogni egemonia ed imperialismo in Europa. (Ciò riguarderebbe particolarmente la Russia, la quale, se ottenesse quanto le è stato promesso dai suoi Alleati, avrebbe un assoluto predominio in Europa e nell'Oriente). • Naturalmente il governo tedesco può formulare come meglio crede queste basi, modificarle, farvi aggiunte o soppressioni. Ma, come si è già sopra rilevato, è assai importante che le complete e definitive proposte di pace, le quali dovranno regolare le relazioni fra i vari Stati e che saranno senza meno oggetto di più laboriose discussioni, vengano precedute dall'enunciazione di alcune basi generali facilmente accettabili. Tale accordo aprirebbe la via all'accettazione od almeno alla discussione delle ulteriori proposte suaccennate». Il testo è quello dato dal Martini, senza indicazione della fonte archivistica. 7 Anche questi « punti Pacelli » sono riportati nella comunicazione Martini. Essi contemplavano: 1) libertà dei mari secondo norme da stabilirsi nella Conferenza della Pace; 2) disarmo simultaneo e reciproco con sanzione internazionale da convenirsi contro la nazione che osasse violarlo; 3) arbitrato secondo le norme da convenirsi e con la sanzione internazionale ugualmente da convenirsi contro lo Stato che lo rifiutasse o di sottoporre le questioni internazionali all'arbitro o di accettare la decisione; 4) restituzione da parte dell'Inghilterra delle colonie tedesche alla Germania. La Germania dal canto suo: a) evacua il territorio francese che occupa attualmente, b) evacua il Belgio nella sua totalità con garanzie da convenirsi di perfetta indipendenza politica, militare, economica, sia vis à vis della Germania, sia vis à vis dell'Inghilterra e della Francia; 5) la Conferenza della 119 Bibli<;>tecaginobianco

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