Nord e Sud - anno IX - n. 36 - dicembre 1962

Recensioni keynesiana, non senza fare largo posto alle revisioni e ammodernamenti dovuti ai continuatori del maestro. Inutile dire che, in ogni teoria del ciclo, quel che più interessa è la spiegazione dei così detti pun,ti di inversione. Non è difficile spiegare perché un movimento di espansione o, di depressione, 11na volta messo in moto, tenda a perpetuarsi; la vera difficoltà sta nel rendere ragione del perché una tendenza debba invertirsi, la depressione succedere alla prosperità, la ripresa alla crisi. Il Matthews, su questo p11nto di basilare interesse, finisce con l'accogliere l'idea del Kaldor, secondo cui, in ogni economia in fase di espansione, esiste un ritmo di accrescimento naturale (determinato dallo sviluppo della popolazione e dal progresso tecnico) e il ritmo di sviluppo effettivo tende ad adeguarsi ad esso. La dimostrazione di questo assunto non è difficile, almeno dal punto di vista teorico astratto. Se il sistema si trova in fase di espansione, la produzione corrente tenderà a svilupparsi più velocemente del tasso di sviluppo naturale; prima o poi si dovranno registrare strozzature, e cioè scarsità di mano d'opera o di materiali specifici, che renderanno necessario il rallentamento dell'attività produttiva in alcuni settori; questo è sufficiente a creare 11na ondata di depressione a catena da un settore all'altro. Irnpostato così, il passaggio dalla prosperità alla depressione si spiega da sé. Viceversa, quando la depressione è durata a lungo, il çleperimento dei maccl1inari rende necessaria un'ondata di rinnovi, il progresso tecnico rende conveniente l'introduzione di macchinari di nuovo tipo: la domanda globale prende nuovo vigore e la crisi è superata. · È innegabile che il Matthews, raccogliendo in forma organica i risultati di numerosissime ricerche frammentarie, abbia compiuto opera per più aspetti ammirevole. Scorrendo le pagine del volume, ci si rende co,nto della grande evoluzione subita dalla teoria delle fluttuazioni, a partire dalle antiche teorie delle crisi, basate sull'andamento dei raccolti agricoli, alle teorie monetarie, che riversavano l'intera responsabilità sulla condotta della politica monetaria, alle teorie psicologiche, imperniate sulle ondate di ottimismo e di pessimismo. Se l'esposizione del Matthews presenta un punto debole, forse questo sta proprio nel fatto che l'autore ha cercato di tr,avasare dottrine nuove nello schema (sancito da Haberler e poi divenuto tradizionale) della teoria ciclica, basato sull'analisi st1ccessiva delle diverse fasi delle fluttuazioni. Una volta accettata l'idea che le fluttuazioni sono causate dal processo di accumulazione del capitale, e che i punti di inversione si spiegano solo richiamandosi allo sviluppo di lungo periodo del sistema economico, sarebbe stato più coerente trattare fin dall'inizio il ciclo come oscillazione intorno ad una tendenza di sviluppo continuo, invece di relegare i problemi dello sviluppo al termine della trattazione. Il posto larghissimo fatto alla domanda di beni capitali all'inizio della trattazione rende chiaro che l'autore ha in mente una economia in fase di accrescimento; ma il lettore deve attendere il 13°· capitolo per avere delucidazioni esaurienti sul modo in cui il meccanismo dello sviluppo ha luogo. Sul piano del metodo, il Matthews fa una sorta di professione di fede 111 Bibliotecaginobianco

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