• Esther Piancastelli in veste italiana; ed è motivo di compiacimento notare come l'iniziativa di questa pubblicazio,ne sia partita dalla Facoltà di Eco-nomia della Università di Ancona, che, a così breve distanza dalla sua fondazione, mostra di saper svolgere la propria missione culturale con encomiabile larghezza . di vedute anche al di fuori del ristretto ca1npo dell'insegnamento. Lo schema del volume è semplice. Il Matthews inizia illustrando alcuni strumenti di analisi propri della teoria economica moderna e utilizzati in tutte le principali analisi del ciclo economico (sostanzialmente il moltiplicatore e l'acceleratore). Nei capitoli seguenti si entra in argomento con l'esposizione formale della teoria accolta dall'autore. Nei capitoli finali è trattato il problema della periodicità delle fluttuazioni, delle relazioni tr.a fluttuazio,ni e sviluppo di lungo periodo e la politica di contro]lo de] ciclo. Non è fo,nte di meraviglia il constatare che il Matthews è sostanzialmente un eclettico; con altrettanta facilità, chiunque guardi anche solo lo schema del lavoro noterà tre prese di posizione basilari che pongono decisamente l'autore nella corrente moderna dell'analisi economica. Anzitutto il M. imposta il fenomeno delle fluttuazioni come oscillazione nella domanda globale di beni di consumo e di investimento, ponendosi così su un terreno strettamente keynesiano; in secondo luogo, il M. nega alle fluttuazioni la 11atura di fenomeni strettamente ricorrenti e regolari; e, pur accettando l'idea che ogni 1novimento in una direzione finisca col generare un mo,vimento in direzione opposta, rifiuta il principio della periodicità rigorosa. Infine il M. riconosce che le fluttuazioni economiche sono fenomeni tipici delle economie in fase di sviluppo in quanto sono originate prevale11temente da irregolarità nel ritmo di accumulazione del capitale. Questo permette al M. di ricollegare alla trattazione del ciclo l'analisi dei rapporti fra ciclo e sviluppo, cui è appunto dedicato uno dei capitoli finali. Il M. comincia con l'analizzare due diverse teorie dell'investimento. Secondo la prima, basata sul principio di accelerazione nella sua forma più schematica, la domanda di beni strumentali in ogni periodo dipende strettamente dall'aumento della domanda globale del periodo stesso. La seco1 nda, più realisticamente, ipotizza che gli imprenditori domandino beni strumentali in misura tale da mantenere costante il rapporto fra capitale fisso investito e flusso di prodotto annuale. Secondo questa formulazione, che è quella accolta dal M., le reazioni degli imprenditori sono diluite in più periodi di tempo e l'adeguamento del fondo di capitale avviene gradualmente nel tempo. Su questo schema (nel quale il lettore « iniziato » riconoscerà agevolmente i contributi del Goodwin e del Duesenberry) il Matthews inserisce altri elementi secondari, quali gli effetti del progresso tecnico, l'elemento psicologico delle aspettative, gli ir1vestimenti in scorte. Un capitolo intero è dedicato all'investimento nell'edilizia che, per le sue caratteristiche di lunga durata e di lenta reazione alle vicende dei mercati, occupa un posto a sé nella composizione della domanda globale. Segue l'analisi della do,manda per beni di consumo; qui il Matthews riprende fedelmente i temi della teoria 110 Bibliotecaginobianco
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