Recensioni Buren e tra questi e quello di Polk. Il partito democratico degli anni '30 non è più quello degli anni '40 (ed anche il paese, del resto, è diverso): la formula del « manifest destiny », per fare un solo esempio, fu creata per la prima volta nel 1845, ma già i democratici della campagna presidenziale del '44, i democratici della campagna annessionistica del Texas al rischio anche della guerra col Messico, erano, senza aver trovato la formula, dei sostenitori del « destino manifesto » del paese. E invece, negli anni '30, l'umore del paese (e del partito jacksoniano) era profondamente diverso. Qui v'è un altro blocco storico che bisogna spezzare, se si vuole comprendere veramente non solo il jacksonismo, ma anche quel peridoo, della storia americana che si designa comunemente col nome di « età di Jackson », e che non è affatto un periodo unitario. E converrà aggiungere che la formula proposta da Benson per designare l'intero periodo, « l'età dell'ugualitarismo», è di una genericità sconcertante per uno storico che, di solito, si vuole molto preciso! A mio giudizio, dopo la giusta revisione operata dagli studiosi più recenti, da Dorfman a Myers, della mitologia storiografica progressista sull'età di Jackso-n, il passo ulteriore da compiere è proprio quella rottura del blocco storico, cui ho accennato. Solo a questo modo si potrà giungere ad una più soddisfacente visio,ne d'insieme dell'intero periodo. È andando in questa direzione, e no,n già traendo ispirazioni aberranti dalle scienze sociali (le quali si nutrono di esperienze storiche radicalmente diverse), come ha fatto Benson, che si potranno penetrare meglio i problemi storici non solo e non tanto della democrazia jackso,niana, ma della democrazia statunitense tra il 1820 ed il 1850. VITTORIO DE CAPRARIIS La dottrina delle fluttuazioni Questo volume del Matthews (Il ciclo economico, Milano, Feltrinelli, 1962) fu redatto originariamente per la serie dei Cambridge Economie Handbooks; si tratta quindi manifestamente di un'opera di carattere rias· suntivo, rivolta piì1 a fare il punto sullo stato delle conoscenze che non a svolgere una analisi originale. Questo riduce forse l'interesse per il lettore specialista ad alto livello, che invano scruterà qt1este pagine alla ricerca di un nuovo sofisticato « modello» di ciclo economico; ma lo accresce per la vasta cerchia dei lettori non iniziati, ai quali viene offerto un quadro sintetico e rigoroso della dottrina delle fluttuazioni economiche elaborata dalle scuole anglo-american~. Se poi si aggiunge che in Italia (tolta l'opera approfondita del Fanno e del Palomba e le recenti ricerche del Marrama) la produzione nel campo dei cicli economici è tutt'altro che abbondante, non resta che rallegrarsi per la pubblicazione del volume del Matthews 109 Bibli~tecaginobianco •
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