Nord e Sud - anno IX - n. 35 - novembre 1962

RECENSIONI La fede di Meinecke Gli scritti che Federico Meinecke pubblicò in volume nel 1942 col titolo di « Aforismi e schizzi sulla storia», ristampati dieci anni dopo con l'aggiunta di tre saggi dedicati a Ranke e Burckhardt.. ora escono nella traduzione italiana di Giovanni Cassandra (Napoli, Ediz. Scientif. Ital., s. d., ma 1962). La prima parte del volume contiene una serie di « abbozzi aforistici » dedicati alla storiografia dell'Illuminismo, a Moser, Herder, Ranke, Goethe, che furono scritti da Meinecke durante la prep,arazione de « Le origini dello storicismo ». Meinecke li ripubblica perché è convinto che « la formulazione originaria di un pensìero, che fu esposto poi più ampiamente in un libro, conserva forse ancora un certo valore»; ed è innegabile che gli appunti meineckjani, pur senza rivelare elementi di novità, conservano tuttora un interesse non solo documentaristico, specie per le ombre di pessimismo che qui si addensano più fitte intorno alla storia e al destino dello storicismo ( « Lo storicismo che analizza se stesso e cerca di comprendersi, muovendo dalla sua propria genesi, è come la biscia che si morde la coda. È segno... -che... esiste una crisi; cl1e forse addirittura la sua fine è vicina»); ombre che invece sembrano diradarsi nel corso di quella « storia meravigliosa » che ne narra le origini. Nella seconda parte del volume sono raccolte le ultime meditazioni dello storico tedesco, oramai in età molto avanzata, intorno al concetto e alla storia dello storicismo. Gli « Schizzi » affrontano ancora una volta il problema dello svolgimento storico, della crisi dello storicismo; essi tracciano, in sintesi, le linee della laica teologia della storia di Meinecke e si concludono co1 n il saggio « Ranke e Burkhardt », del 1947: un discorso « tenuto ... quando il sipario era già calato sulla Germania in ro1vina e l'angoscia premeva sul cuore di chi l'aveva vista fatta e disfatta» (Introd. p. X). Qui il tramonto del mito di Ranke lascia il posto al pessimismo di Burckhardt, la « Cassandra » del destino della Germania, il profeta dei terribles simplificateurs, colui cl1e considerò come male la potenza dello Stato. Ma l'oscuramento di Ranke non significava ora il fallimento dell'Historismus meineckiano che in Ranke aveva visto una tappa capitale della sua storia? Meinecke non esita a prenderne coraggiosamente atto: « Viviamo sopra le rovine dello Stato e della Nazione e anche ciò che riguarda la nostra cultura è severamente minacciato. Devono dappertutto essere ricercate nuove vie, e dappertutto c'è buio su queste vie», {p. 168). Se l'idealismo storiografico di Meinecke era stato come svuotato e messo in crisi dalla prima sco,nfitta tedesca, era stato ancora possibile porlo in salvo, nelle sue premesse teoriche, come Historismus, sull'alto di una citta96 Bibliotecaginobianco

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