Nord e Sud - anno IX - n. 35 - novembre 1962

Argomenti plete e di beni strumentali sono perciò sensibilmente cresciute. Il nostro paese ha ottenuto sul mercato jugoslavo una così alta considerazione da porsi fra i più importanti fornitori mondiali di prodotti delle industrie. Per la natura delle esportazioni verso l'Italia (granoturco, bovini, suini, pollame, uova), i prodotti agricoli jugoslavi sono sottoposti, dal 30 luglio scorso, al cosiddetto « sistema dei prelievi ». A Belgrado si teme che la politica agricola comune della CEE potrà ostacolare gli scambi. Se infatti i prelevamenti vengono applicati in misura troppo elevata, essi costituiranno una remora alle importazioni dei prodotti agricoli dei paesi non aderenti alla Comunità. Questi timori sono effettivamente giustificati non solo dalle possibilità offerte ai membri della CEE di entrare in concorrenza con i prodotti provenienti dalla Jugoslavia, ma anche dalla probabile adesione al MEC di altri paesi concorrenti, come nel caso della Danimarca per il bestiame e le carni. Tuttavia l'Italia ha già prospettato agli organi di Bruxelles gli inconvenienti che possono verificarsi nel commercio con i paesi terzi. Nel dopoguerra le relazioni economiche co-n la Jugoslavia si sono ampiamente sviluppate all'indomani della normalizzazione dei rapporti politici. Gli scambi sono passati da 24 miliardi di lire del 1951 ai 133 miliardi del 1961. È questo il frutto di una larga liberalizzazione delle impo.rtazioni dalla Jugoslavia, alla quale viene oggi esteso un trattamento pressoché analogo a quello dei Paesi occidentali. Nell'anno in corso l'interscambio ha subìto un leggero declino ( 69 miliardi di lire nei primi 7 mesi del 1962 rispetto ai 78 del corrispondente perio-do dello scorso anno), da attribuirsi alle difficoltà in cui si è trovata la bilancia dei pagamenti jugoslavi nei confronti dell'estero. In dettaglio, sullo sviluppo delle nostre esportazioni hanno influito alcuni elementi particolari; primo fra tutti gli Acco,rdi per le forniture speciali, del 21 febbraio 1957, con una plafond di 30 milioni di dollari, e del 19 luglio 1959, con un plafond di 50 milioni di dollari. Considerati gli ottimi rapporti di collaborazione economica allacciatisi con la vicina repubblica, l'Italia, nel febbraio del 1961, contribuì con 35 milioni di dollari al piano di aiuti concessi alla Jugoslavia a sostegno della riforma valutaria. Le esportazioni italiane sono state costituite in gran parte da beni di investimento, necessari alla Jugoslavia per incrementare e sostenere i suoi piani di sviluppo industriale. Di conseguenza, il settore metalmeccanico italiano ha trovato 11n mercato di sbocco con possibilità di collocamento quasi illimitate. Fra le forniture più importanti si possono ricordare quella della 83 Bibliotecaginobianco

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