Nord e Sud - anno IX - n. 35 - novembre 1962

Argomenti un funzionario del ministero degli esteri cecoslovacco, un autista boemo addetto a un'ambasciata occidentale, una giovane redattrice di un giornale del luogo, che non è il « Rude Pravo ». A tutti e tre mi sono trovato a rivolgere l'identica domanda: << Perché Stalin è ancora lì . anche se camuffato? Ci si prepara a distruggerlo o lo si vuole proteggere? ». Il funzionario mi ha risposto: « Sì, quello era il monumento a Stalin », e non aggiunse altro. L'autista disse: « Gli errori andrebbero corretti più rapidamente ». La giornalista fece un lungo discorso un po' confuso sulla necessità di mantenere certi equilibri, e tuttavia concluse: « Al suo prossimo viaggio a Praga, lì troverà una fontana ». Dipende da quando tornerò in Cecoslovacchia. La giornalista nella sua risposta, non era stata meno cauta del diplomatico. Gli ottimisti dicono che anche Praga attuerà la destalinizzazione. L'uomo della strada, rappresentato nel mio caso dall'autista boemo, dimostra però l'impazienza per le lentezze dei dirigenti politici. La lentezza è proprio uno degli elementi che stanno alla base del processo di separazione, di distacco, fra i capi e le 1nasse popolari. Essa consente di innalzare ogni sorta di diaframma dietro i quali la burocrazia politica può meglio manovrare per l'affermazione dei suoi programmi. Sono programmi che ovviamente non tengono conto delle reali necessità del paese, ma puntano al conseguimento di mète che sfuggono alla comprensione della gente comune. In Cecoslovacchia, infatti, la fabbricazione dei beni di consumo non è in cima ai pensieri dei dirigenti, poiché il regime è assorbito dall'idea di sviluppare l'industria pesante, secondo le tabelle di 1narcia segnate a suo tempo da Stalin. L'intervento sovietico nell'organizzazione econo1nica ceca è stato sempre molto duro. Gli operai, qualche volta, hanno tentato di reagire, co-me è avvenuto nelle fabbriche di Pilsen. I piani pluriennali prescindono dai rapporti economici della nazione. Essi sono concepiti per far fronte all'obbligo, che l'URSS assegna alla Cecoslovacchia, di rifornire - a prezzi politici e quindi a danno della eco11omia ceca - i paesi del blocco sovietico (con in testa l'Unione Sovietica stessa) e quindi della Germania orientale, della Polonia, dell'Un-- gheria, e recentemente dei paesi africani di nuova indipendenza. La Cecoslovacchia non perde comunque l'occasione di dirottare le sue produzioni anche verso la Cina e l'Albania, in forza delle persiste11ti, o residue, concezioni staliniste. Le masse proletarie no~ sono in grado di esercitare né un potere, né un controllo politico: né godono di certi diritti elementari come quello di ottenere un passaporto per l'occidente. Lo stato, cioè l'oligarchia, ha preso via via tutte le redini nelle sue mani e, in cambio, le 75 .. Bibliotecaginoianco

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