In Cecoslovacchia e Jugoslavia di Antonio Spinosa ARGOMENTI Un comunista jugoslavo e un comunista cecoslovacco si incontrano a Vienna. Il primo dice: « Tito ha avuto ragione ». Il secondo replica: « Noi non abbiamo avuto Tito ». I due hanno ridotto all'osso i loro problemi; li hanno semplificati troppo, a parte che questo episodietto sembra essere di marca jugoslava perché assai esplicitamente l'interlocutore cecoslovacco mostra di rammaricarsi che il suo paese non si trovi nella stessa situazione di indipendenza raggiunta - per merito o no del solo Tito - dalla Jugoslavia nei confronti dell'URSS. È certo tuttavia che da un viaggio in questi due paesi, se si può avere la conferma della soddisfazione che anima i dirigenti jugoslavi, si può anche trarre l'impressione che in Cecoslovacchia qualcosa cominci a muoversi. L'aver visitato in tappe consecutive due nazioni così diverse tra loro mette l'osservatore in una condizione di privilegio per gli stimoli che esso riceve a fare confronti e paragoni. Si parte, come sempre, con un bagaglio di cognizioni più o meno prefabbricate poiché non si sfugge alla forza degli « slogans », alle simpatie personali, ai pregiudizi. Si sa che ogni viaggio finisce col risolversi in una so·rta di « verifica » fra ciò che si riteneva di sapere e ciò che si vede con i propri occhi e che si ascolta con le proprie orecchie. Ma a creare una certa aspettativa può essere bastata la lettt1ra di un romanzo (come « Il Ponte sulla Drina ») o il propagarsi d'una leggenda (come quella che ha fatto di Praga una « città d'oro » ); ciò che invece è cronaca, per chi non ha ancora visto personalmente, dice, alle volte, molto meno (come può avvenire per quanto si è appreso sul « colpo di stato cecoslovacco» del 1948 o sul sistema dell'« autogestione » in Jugoslavia). Al ritorno, quando si narrano le proprie esperienze, si comincia dalle sensazioni esteriori e, per prima cosa, si danno giudizi ~intetici, rapidi. Poi si entra nei particolari. -Belgrado è bella e piena di vita. Praga è forse molto più bella della capitale jugoslava, ma si presenta come una città che si è arrestata nel tempo. Vecchi negozi, tram sgangherati. La gente indossa abiti modesti, non sorride, non mostra nessuna gioia di vivere. Scarsissima la circolazione automobilistica, che è tipica per le monumentali proporzioni delle « Tatra » così chiamate 73 Bibliotecaginobianco
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