Nord e Sud - anno IX - n. 35 - novembre 1962

• Documenti anzi debbono essere fatte soprattutto per i giovani, onde rispondere alle loro esigenze ed ai loro interessi. Orbene, quali sono i giovani che hanno maggiore interesse per materie storiche nelle attuali facoltà esistenti e magari chiedono la tesi di laurea in una di queste materie? Se sono studenti di Lettere, sono quasi sempre dei giovani con preminenti interessi sociali, politici, magari religiosi, cioè diversi da quelli che mostrano preminenti interessi letterari o filosofici. Se sono studenti di facoltà economiche e giuridicl1e so·no giovani che in realtà no,n hanno nessuna voglia di andare davvero a fare il bancario· o il commercialista, l'avvocato o il notaio o· il giudice: altrimenti sceglierebbero di laurearsi in materie più strettamente professionali, come la ragioneria o la tecnica bancaria, il diritto penale o la procedura civile. Se sono studenti di Magistero, sono giovani finiti là per forza, per strettezze economiche, n1a che non hanno particolare vocazione pedagogica, ché altrimenti sceglierebbero piuttosto le materie utili per un concorso a direttore didattico o a insegnante di lingue straniere oppure di pedagogia. In pratica, sono ta11ti pesci fuori d'acqua nelle attuali facoltà, anche se non sono per nulla degli imbeciìli, 1na anzi dei giovani pieni di interessi cui non trovano adeguata soddisfazione. Diamo a tuttl questi giovani la possibilità di 1nuoversi nell'elemento che è loro naturale e li vedremo dare il meglio di se stessi, avviandosi poi chi all'insegnamento di storia e geografia ed educazione civica 11elle scuole medie e chi al giornalismo o alla vita pubblica, chi ad archivi e biblioteche e chi alla carriera scientifica. Sono talenti da sfruttare, a11ziché da mortificare con studi scarsamente loro corrispondenti. Sono un patrimonio di capacità e di intelligenza da mettere in valore, anche in vista della futura classe dirigente democratica del nostro paese. La nostra richiesta della creazione nelle università italiane di facoltà di scienze storico-sociali non parte solo dalla considerazione di interessi scientifici, magari nobilissimi, e me110 che me110 di angusti interessi corporativi di categoria. Parte da quella coscienza che in noi è maturata altrettanto attraverso i nostri stt1di, quanto attraverso vissute esperienze di. lotta per la libertà, che lo studio stesso della storia no11 è che pompa infeconda di erudizione, se non diviene fermento di coscienza civile e stimolo ad operare per il pubblico bene. E per operare in questo senso, sentiamo il diritto e il dovere di chiedere gli strumenti idonei a chi ha la responsabilità del gover110 della nostra repul)blica. Sulla relazione Spini-Gambi gli intervenuti al convegno diedero luogo ad una animata discussione, nel corso della quale i proff. Pontieri, Romeo, Venturi ed altri illustrarono i diversi punti di vista dai quali l'argomento poteva essere con70 I \ Bibliotecaginobianco

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