Nord e Sud - anno IX - n. 35 - novembre 1962

Editoriale vanni XXIII e, sebbene pressocché nulla ne sia trapelato, essa suscitò sentimenti di sorpresa e di preoccupazione non meno che di compiacimento e di fervida adesione un po' in tutte le gerarchie ecclesiastiche, e specialmente in quelle più legate all'ambiente e alle tradizioni della Curia romana. Il Papa stesso ne limitò il tema principale ad un esame di ciò che nell'azione della Chiesa cattolica nel mondo di oggi - dal pitnto di vista tecnico, organizzativo, pastorale - deve essere promosso, affinché più cospicui siano i ristlltati morali e materiali dell'attività ecclesiastica, più stretti e saldi i vincoli della Chiesa e dei suoi uomini con le realtà vive dell'oggi e del domani, e soprattutto minori i pericoli che al Cattolicesimo, come ad ogni altra confessiotie religiosa, sembra riservare il progresso tecnico e meccanico della civiltà industriale. Dunque, 11essun rif erin1ento ad eventuali, prof 011di incrementi o revisioni del grande patrimonio mistico e dottrinale del Cattolicesimo, alla stregua dei primi Coricilii; e nemmeno spirito missionario e azione di guida o cli sommovimento di it11avita religiosa in pieno fervore, alla stregua dei Concilii medievali. Prevalenza, invece, del punto di vista ecclesiastico su quello più profondan1ente e squisitamente spirituale e religioso; impostazione prettamente tridentina, controriformistica dei problemi e di quelle che ne appaiono, nel pensiero della Curia, come le probabili soluzioni. Né, forse, poteva essere diversamente in una società e in u11e' poca in citi tiLtti gli osservatori di tutte le parti corlcordano nel rilevare lo scadimento e l'affievolimento della religiosità individuale e sociale; né, d'altronde, la Chiesa cattolica poteva da un anno all'altro tornare ad essere ciò che fu fino al Concilio di Trento, un organismo potentemente strutturato e fortemente diretto dal centro, 1na al tempo stesso ancora abbastanza elastico e dina1nico nella sua fisionomia dottrinale e nella s1,1,azione pastorale per essere, nella maniera più viva ed efficace, preserite ed attivo nella spiritualità dei credenti e dei prof essanti così con-1.edei non credenti e dei non prof essanti. Il Concilio dovrebbe, perciò, a meno che non si abbiano sorprese, offrire l'occasione di z.tn grande rilancio dell'azione ecclesiastica. Il che ci sembra, però .. lin1itarne a priori la portata ed il significato sul terreno religioso vero e proprio. Appunto perché siamo convinti che non possano esservi grandi primavere della storia senza generali e profondi rinnovamenti della coscienza etica e religiosa; proprio perché vediamo e sentiamo, come ogni altro, che nel mondo d'oggi le fedi religiose tradizionali (cattoliche e nqn cattoliche, cristiane e non cristiane) hanno perduto n~n diciamo l'intensità, ma la capacità di manifestarsi e rinnovarsi in modo originale, profondo, sicuro; proprio perché vediamo, d'altra parte, che le fedi religiose nuove (facenti capo alla politica, alle 5 Bibliotecaginobianco

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