Nord e Sud - anno IX - n. 35 - novembre 1962

Storia, Geografia e Università abbiamo troppo spesso degli insegnanti i quali insegnano con passione e competenza le materie letterarie, cioè italiano, latino o greco, oppure la filosofia, ma di storia e geografia si limitano ad assegnare agli scolari un certo numero di pagine di manuale da mandare a memoria per la lezione successiva. E non parliamo poi dell'Educazione Civica, piovuta da un giorno all'altro in testa ad insegnanti completamente impreparati ad insegnarla. Il bello è che non si è prevista neanche una preparazione qualsiasi per gli stessi insegnanti futuri, giacché di problemi giuridici, sociali, economici, come quelli di cui si tratta nel corso di Educazione Civica, le facoltà di Lettere o Magistero non insegnano verbo. E allora? E allora è evidente cl1e, anche in questo caso, è stata prevista solo l'antichissima ed universale arte italiana, cioè l'arte di arrangiarsi alla meglio. Se si vuole che l'Educazione Civica sia cosa seria e non burletta, e che seriamente siano insegnate anche Storia e Geografia, non c'è rimedio fuorché quello di rendere autonomo dalle « materie letterarie » questo gruppo di « social sciences » e creare delle facoltà w1iversitarie apposite, in cui si preparino- degli autentici insegnanti di storia, geografia e educazione civica. Ancora una volta, dal caos presente non si esce senza· la formazione di una facoltà di scienze storico-sociali. In queste nuove facoltà dovrebbero essere raccolti tutti gli insegnamenti di discipline storiche, oggi dispersi ai quattro venti accademici, dalla storia greca e romana, 1nedioevale, moderna e contemporanea alla storia economica od a quella del diritto italiano; dalla storia del cristianesimo a quella della scienza o dell'agricoltura. Dovrebbero essere raccolti altresì tutti gli insegnamenti di geografia umana ed economica oggi esistenti a Lettere, Magistero, Scienze Politiche e Scienze Economiche e tutti gli insegnamenti di sociologia. Con queste discipline dovrebbero, essere riuniti infine anche i vari insegnamenti loro complementari od affini, dalla paleografia, l'archeologia o la paletnologia alla etnografia, le tradizioni popolari, la statistica e demografia, magari aggiungendovi pure qualche corso istituzionale di elementi di economia generale e diritto pubblico e privato. Ciò non vuol dire, naturalmente, che queste nuove facoltà debbano essere monadi prive di comunicazione col_ resto dell'università. Al contrario, è ovvio che gli studenti di scienze storiche debbano essere incoraggiati a seguire ancl1e corsi di Lettere, Filosofia, Legge, Scienze Economiche, Scienze Politiche, etc., a seco·nda delle loro inclinazioni e piani di studio, come è ovvio che alla facoltà di scienze storiche debbano fare capo per i corsi di materia storico-geografica loro necessari anche gli studenti di altre facoltà. Si avrà, però, una buona volta, una razionale concentrazione dei 67 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==