Nord e Sud - anno IX - n. 35 - novembre 1962

Storia, Geografia e Università insegnate a Giurisprudenza o a Scienze Economiche. Perché diamine uno storico debba essere considerato parente strettissimo di chi si occupa di misurare quanta poesia o non poesia v'è nel Marino, oppure di attribuire o meno una tavola al Maestro della Santa Cecilia, anziché di chi si occupa di politica economica e scienza delle finanze, oppure di diritto costituzionale, ecclesiastico o internazionale, è veramente un mistero insondabile. ·· Siamo pronti ad applaudire all'introduzio-ne in Italia di un razionale sistema di « dipartimenti », analogo· a quello inglese ed americano. Servirà, se non altro, ad evitare che gli storici decidano col loro voto di chiamate e concorsi di materie di cui non capiscono un acca, compreso magari il giapponese, e che studiosi di diritto commerciale o penale si trovi110 a decidere di concorsi e chiamate di materie storiche. Però occorre in questo caso avere il coraggio di rivoluzionare completamente la struttura delle nostre Università e di andare fino in fondo ed accettare dagli americani e dagli inglesi anche la definizione· delle scienze storiche come « social science », anziché materie letterarie. Definizione che del resto va facendosi larga strada anche in Francia con le « sciences humaines ». E di fatto i naturali vicini dì casa degli storici non sono i filologi romanzi o i filosofi teoretici, ma sono coloro che studiano altresì l'uomo e le sue forme di vita associata, cioè coloro che studiano la geografia umana e la sociologia. Tanto è vero che anche la geografia e la sociologia si trovano esattamente nelle stesse peste delle scienze storiche, disperse a casaccio fra tante facoltà, in nessuna delle quali riescono a trovare adeguato sviluppo. Per quanto riguarda la geografia, bisogna riconoscere che, fra un certo numero - finora contenuto - di suoi cultori, si è andata facendo strada, in questi ultimi anni, per l'influsso combinato delle esperienze ct1lturali francesi e della situazione degli studi inglesi e americani, la convinzione che una geografia cosiddetta « generale», caoticamente abbracciante le più disparate ·nozioni, dalla geologia alla sociologia, non esista, e che sotto il nòme comune e generico di geografia si raccolgano ir1 realtà discipline molto diverse, e neanche vicine fra loro per campo di azione e spirito di ricerca. C'è una geografia fisica, che riguarda i fenomeni naturali della Terra ·e che può esercitare solo chi sia dotato di una matura e aggiornata metodologia naturalistica: il suo lt1ogo razionale è qt1indi nelle facoltà di Scienze Naturali è di Sc~enze Geologiche. C'è poi una ecologia, che studia l'ambientazione degli esseri organici sopra la Terra - e quindi anche dell'uomo nelle sue manifestazioni biologiche - e· che si può fare unicamente, per quanto riguarda l'uomo, da chi possieda una 63 Bibliotecaginobianco I

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