Nord e Sud - anno IX - n. 35 - novembre 1962

• Michele Novielli giero, Omodeo, Antoni, Chabod, Francesco Flora ci lascia co·n un sentimento di costernazione e di solitudine umana che non può non renderci amaro il distacco e più difficile il cammino. Come spesso nella vicenda storica, tra i vecchi e i giovani ·ci viene oramai a mancare la mediazione necessaria ed affettuosa degli anziani, ché tale soltanto, per la lena non affannata e il vigore del pensiero, consideravamo anche Flora, se è vero che l'età non è un semplice dato cronologico. Ne consegue tuttavia per i giovani e gli ancor giovani, che della tradizione di cui Flora fu insigne rappresentante si sentono eredi e continuatori, un irr1pegno particolarmente difficile, ma di non impossibile attuazione. Il venir meno crudele di tanti uomini eminenti, di tante figure non comuni, non può se non agli occhi dei superficiali significare la fine di una continuità di pensiero che così profondamente sostanzia tuttavia la vita culturale e politica del nostro Paese. Direi che questa stessa rivista, pur nel campo particolare che le è proprio, già da sola costituisce una prova concreta della verità di tale affermazione: e si può· ragionevolmente supporre cl1e altre non siano per mancarne. Il nostro rispettoso e commosso ricordo di Francesco Flora acquista, in questo senso, un significato propiziatorio, è un ricordo a noi stessi di restar fedeli alle doti che più in lui ammirammo, l'operosità instancabile e l'amore assoluto del vero. •· RAFFAELLOFRANCHINI La diffidenza contadina Nel paese orizzontale è nata due mesi fa, nel mese di settembre, silenziosa, quasi clandestina, accompagnata dalle perplessità degli spettatori e dalle ansie dei protagonisti. Aveva un nome nuovo, pronunciato per la prima volta dai contadini con un tono diffidente. Nel paese iniziava una straordinaria esperienza: nel mondo antico dei contadini era giunto il segno più profondo di una nuova civiltà, ma senza rumore, senza spettacolo, così diverso dagli altri segni del nuovo tempo che dal dopoguerra vi erano giunti, quali la radio, il motoscooter, il manifesto pubblicitario, e via di seguito. Il processo di questa cosa che nasceva avveniva, si compiva, nel fondo, nei meandri, Bei grovigli tenaci dell'animo dei contadini, nelle secolari stratificazioni del suo pensiero, della sua vita intima, e scavava dentro, una specie di trivella nel sottosuolo di una mentalità. Che cosa, dunque, era accaduto nel piccolo paese meridionale? Era nata, per la prima volta, t1na cooperativa tra i piccoli proprietari di uliveti. Semplicemente, una cooperativa. Per l'osservatore superficiale, per il cronista era una novità, una conquista moderna in una società antica, bastava prenderne atto; per il sociologo era una categoria di uomini, di meridionali che adottava una nuova formula, una nuova forza per vivere,-per sopravvivere; per 50 Bibliotecaginobianco

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