Leonardo Sacco posti - costituire una possibilità di adeguamento della nuova po litica meridionalistica ad una realtà che è in movimento. Il periodo estivo no11 era però il più indicato per portare av anti il discorso. Ma in settembre, nella vicina Bari, e sempre alla Fiera d el Levante, tre ministri approfondivano il dibattito sulla politica meridionalista: Colombo, Pastore e La Malfa. Quest'ultimo, a chiusura della Fiera, si intratteneva particolarmente sul rapporto tra la programmazione regionale e la progran1mazione globale. « Non possiamo fare la programmazione globale senza avere questo colloquio con le singole regioni d'Italia » - diceva La Malfa ai pugliesi ed ai lucani convenuti a Bari. « La programmazione nasce dal contrasto degli interessi, non nasce dalla concordia degli interessi. Bisogna conoscere i contrasti di fondo del nostro paese per risol vere i problemi, e uno dei contrasti di fondo del nostro paese è dato dal fatto che esistono le regioni, e che gli interessi delle regioni devono esse re contemperati nell'attuazione di un istituto previsto dalla Costituzione». Rivolto ai pugliesi ed ai lucani, La Malfa aggiungeva che « anche dal punto di vista della progran1mazione regionale le regioni del Nord ci battono. Da quando si son messe a studiare i problemi della progra mmazione regionale hanno creato istituti e centri di studio che il Mezzogio rno non si sogna di avere. E allora noi ci troviamo in questa curiosa situa zione: che dal punto di vista economico probabilmente le regioni che hanno meno bisogno dell'istituto regionale sono quelle settentrionali, eppure sono più avanti negli studi; mentre le regioni meridionali, che dal punto ~i vista economico e sociale ne hanno più bisogno, sono più indietro ». Dopo avere ricordato la formulazione del Piano per la Sardegna, il ministro d el Bilancio, annunciava che anche i siciliani si avviano a porre il problema del piano: « Io spero - concludeva La Malfa su questo punto - che anche i pugliesi (e i lucani) si avviino a contrastare con simili programmazioni sul piano della programmazione regionale. Avremo dei contrasti grossissimi, come li abbiamo avuti con la Sardegna, ma spero che troveremo il punto d'incontro». Nuovi piani regolatori industriali, articoli di giornale, discorsi di ministri, non sembrano però avere influenza alcuna sul Comitato per il Piano di sviluppo della Basilicata. Il quale Comitato, riunitosi a Potenza il 5 ottobre corrente, ha pacatamente ascoltato le comunicazioni circa lo stato dei lavori degli esperti, ed ha accolto la proposta di rivedersi fra 3-4 mesi, quando si spera che gli studi preliminari saranno stati completati. Qualche voce, in verità, si è levata, per dire che forse le cose non vanno del tutto bene, che bisognerebbe rivedere qualcosa, ma le osserv azioni non sono state raccolte. È stato detto: per coordinare gli interventi nella regione, per accelerare i tempi dello sviluppo, per difendere gli interessi locali, per informare, perfino, gli stessi membri del Comitato, bisogna ra fforzare la struttura dell'organismo del Piano: quindi creare una vera segreteria permanente, opportunamente articolata. Il Piano, è stato detto da qualche altro, non potrà non chiedere delle scelte di _politica economica. Chi e come farà 46 Bibliotecaginobianco . I ,.
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