Giornale a più voci ciare, fu detto in quella riunione, gli esperti hanno dovuto attendere i risultati dei censimenti (agricolo, industriale e della popolazione). Da ciò era risultato un ritardo generale, dato che alcune previsioni, a cominciare da quelle demografiche, condizionavano gli studi di tutti gli altri settori. Primi studi, spesso non completi, si erano avuti in ogni direzione: previsioni demografiche, settore agricolo, risorse minerarie, prospettive di sviluppo industriale, viabilità ed opere pubbliche, turismo, sanità, istruzione. Mancavano, però, i rapporti conclusivi anche per settori-chiave, come l'agricoltura; e per lo sviluppo industriale si era ancora a zero, perché strada facendo erano cambiati gli studiosi. Il gruppo degli esperti decideva allora di convocarsi nuovamente in ottobre. Pochi giorni dopo, alla fine dello stesso luglio, a Matera, la società Tekne presentava al pubblico il suo progetto di massima per l'industrializzazione della Valle del Basento. La Tekne aveva già predisposto il piano di industrializzazione a Taranto, dove sta sorgendo il IV Centro Siderurgico dell'ltalsider. La presentazione del piano per la Valle del Basento si poneva chiaramente in relazione con la programmazione regionale, se non altro perché il piano della Tekne era praticamente, da solo, già mezzo piano regionale lucano. Alla società Tekne non era stato chiesto di indicare le eventuali possibilità di sviluppo della Valle del Basento, ma era stato commissionato un vero piano regolatore, per cui erano state prese tutte le decisioni di fondo, come la zona per le localizzazioni e l'ammontare degli investimenti industriali. E naturalmente, gli esperti della Tekne, hanno dovuto estendere l'orizzonte sia delle ricerche che delle indicazioni esecutive ben oltre la Valle del Basento. Dal Metapontino a Matera-città, il cerchio delle inchieste e delle progettazioni si è allargato: ha interessato là pressione demografica, le leve di lavoro, i collegamenti stradali e ferroviari, gli approvvigionamenti idrici, e perfino le possibilità di nuovi insediamenti urbani. Il piano di industrializzazione della Tekne, col suo vasto studio, ~eniva ad indicare direttive che incideranno in quasi tutta la provincia di Matera, e che hanno valore regiunale. In simili condizioni, in questo caso più che pèr tanti altri minori, ma non per questo trascurabili, gli studi per il Piano regionale, per il ritardo con cui giungeranno, rischiano di doversi limitare a prendere atto di novità già previste, per decisioni adottate in altre sedi. Il fenomeno, quanto meno di sovrapposizione di studi e piani, è assai esteso in tutta la regione. Vì fu chi, all'indomani della conferenza materana della Tekne, si chiese allora se non era giunto il momento di rivedere la situazione. Il Piano regionale - fu ricordato - deve davvero rappresentare il punto d'incontro di tutte le più valide energie culturali e politiche della Basilicata. Così facendo, non solo si eviterebbero ritardi e ripetizioni, assicurando collegamenti preziosi, ma si configurerebbe, in piccolo, una vera intesa a carattere regionale. Gli studi per la programmazione regionale, potrebbero - con una diversa strutturazione degli organismi a ciò· pre45 BibljotecaGino Bianco
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